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Allarme credito, profilo di rischio per 3 imprese su 10

Sulla fragilità della situazione finanziaria delle aziende italiane, pesano il rallentamento generale dell’economia attualmente in corso e l’alto costo del finanziamento del credito

Credits: Pressphoto/Freepik

Non si parla di credit crunch, almeno per ora, ma i segnali che continuano ad arrivare dai dati conclusivi del 2023 gettano qualche ombra sull’economia in fase di rallentamento.

L’ultima notizia riguarda le imprese italiane a dicembre: oltre il 30% ha un alto profilo di rischio sul fronte del credito. Le cause principali sono l’elevato costo del denaro e il calo della domanda sul mercato, specialmente per la manifattura.

I dati di SevenData, società che opera nell’ambito del data marketing e della business information, dicono che nell’ultimo mese dell’anno scorso le aziende appartenenti alle tre classi di rating più basse sono aumentate del 2,54% rispetto allo stesso periodo del 2022, arrivando a rappresentare proprio il 30% del campione, pari a 1,3 milioni di aziende.

I dati di SevenData, presentati dal Sole 24 Ore in un articolo di giovedì 18 gennaio 2024

Quasi una realtà su tre è quindi a rischio solvibilità o default. Il problema colpisce trasversalmente tutta la Penisola, con incrementi più evidenti (quasi +3,2%) per Liguria e Piemonte, ma in ogni caso sopra la media nazionale anche per altre regioni a trazione industriale come Veneto e Lombardia.

Calano invece del 2,6% le imprese appartenenti alle prime due classi di rating, la cui incidenza sul totale scende a fine 2023 al 47,3%, dal 49,9% su base annua.

Dando uno sguardo ai settori produttivi, l’aumento risulta sempre diffuso in maniera omogenea, con valori più elevati per alcuni comparti come l’agricoltura (+4,6%) e una miglior tenuta (sotto il 2%) per i settori legati all’industria turistica e alle attività immobiliari.