Disturbo del sonno per 7 italiani su 10 da inizio pandemia

A rovinare il riposo non solo lo stress e i timori legati al Covid-19, ma anche problem finanziari e l’utilizzo dello smartphone a letto

Sette italiani su dieci hanno sviluppato un nuovo disturbo del sonno nell’ultimo anno. È quanto emerge da World Sleep Study 2021, sesta edizione della ricerca annuale realizzata e promossa da Philips in occasione della Giornata Mondiale del Sonno, che cade il 19 marzo. I risultati dell’indagine – condotta in 13 Paesi nel mondo – rivelano quanto la pandemia di Covid-19 abbia inciso sulla capacità di dormire bene del 46% degli italiani, con maggiore impatto sulle donne (50%): un dato significativamente superiore al 37% della media globale. Ancor più marcata la differenza se si guarda all’impatto relativo allo stress, che con il 41% rimane il primo fattore a rovinare il sonno, molto più nettamente di quanto rilevato sul campione totale (24%). Ed è proprio la pandemia la prima causa di questo stress per il 60% degli italiani, dato che invece scende al 47% su scala globale, dove sono i problemi finanziari a preoccupare più di ogni altra cosa.

A innescare questo circolo vizioso tra Covid-19, stress e scarsa qualità del sonno contribuisce senza dubbio anche la cattiva abitudine di utilizzare a letto il proprio smartphone: un rito al quale non si sottrae ben l’84% degli italiani (vs 75% globale). Per il 42% del campione dare uno sguardo allo smartphone è addirittura l’ultimo gesto prima di addormentarsi. Guardiamo in primis i social (70%), ci scambiamo messaggi (41%) e leggiamo le news (32%): non certo il miglior viatico per una buona notte di riposo. Guardare la tv (43%) rimane al primo posto tra le strategie che utilizziamo per cercare di dormire meglio, mentre metodi più avanzati come strumenti per monitorare il sonno sono utilizzati ancora da pochi (7%), come pochi sono ancora quanti hanno approfondito i disturbi del sonno facendo almeno una volta un test per le apnee notturne (9%).

La pandemia ha poi dato una spinta alla telemedicina. Praticamente la metà di chi ha usufruito di un servizio da remoto lo ha fatto per la prima volta durante l’ultimo anno, e oggi il 35% degli italiani si dice interessato a usufruire della telemedicina per affrontare problemi legati al sonno. Un dato che sale addirittura al 51% tra chi soffre di apnee notturne.

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