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Chiara Pisa (Pisa Orologeria): “Così conquistiamo le nuove generazioni”

Chi ha detto che le nuove generazioni non subiscono il fascino dell’alta orologeria? Secondo l’a.d. di Pisa Orologeria, le incertezze economiche e l’onnipresente tecnologia non hanno scalfito l’interesse per questo mondo magico. I segnatempo hanno solo cambiato ruolo

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In un presente consumistico, ipertecnologico, all’eterna ricerca della novità, pare impossibile che i giovani di oggi riescano ad apprezzare il fascino sottile e ricercato di orologi di alta manifattura, “gioielli del tempo” la cui realizzazione richiede una maestria tramandata di generazione in generazione. Eppure è proprio così. «La tecnologia è entrata prepotentemente nelle nostre vite, a prescindere dall’età, questo è un dato di fatto. Di sicuro le nuove generazioni sono quelle più attratte dalle innovazioni, a partire dai prodotti tecnologici. Tuttavia, «l’interesse per la meccanica esiste ancora», garantisce Chiara Pisa, 37enne al vertice di Pisa Orologeria, marchio storico (è stato fondato nel 1940) di boutique di lancette. «I giovani», spiega «sono comunque affascinati dall’orologio meccanico sia in qualità di status symbol, sia per la sua componente meccanica e il savoir-faire umano necessario alla sua realizzazione».

Dunque, percepisce ancora la sensibilità che ben esprime l’Adv di Patek Philippe, secondo cui «Le cose che si amano non si posseggono mai completamente. Semplicemente si custodiscono. E si tramandano»?
Le ultime generazioni sono cresciute in un mondo consumista, in continuo aggiornamento e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo: lo vediamo nella moda, nell’elettronica e in molti altri settori dove tutto è diventato “fast”. Quando si parla di orologi tuttavia, il discorso cambia: l’importanza dell’acquisto sia in termini economici sia affettivi, lo rende un prodotto longevo e appetibile a lungo termine. Non sono affatto rari i casi in cui ragazzi under 30 si presentano nei nostri laboratori per far riparare orologi d’epoca appartenuti ai genitori o addirittura ai nonni.

Come trasmettere la passione per questi “gioielli del tempo”?
L’interesse esiste ancora, va solo sollecitato nella maniera giusta. Per questo cerchiamo sempre di accompagnare ogni cliente nel proprio percorso di avvicinamento a questo mondo. Ci siamo accorti che la complessità e la “magia” di ciò che si trova all’interno di un orologio erano relativamente ignote alle generazioni più giovani. Per questo, abbiamo iniziato una serie di attività volte a raccontarne la storia e le curiosità, così da far emergere quel fascino senza tempo, spesso annebbiato dalle campagne marketing. Quest’anno abbiamo lavorato anche con il Museo Poldi Pezzoli di Milano, che ha organizzato insieme a noi dei laboratori dedicati ai bambini.

Anche le case orologiere si stanno muovendo in questo senso?
Sì, finalmente! Per molto tempo hanno guardato esclusivamente al loro cliente tipo, appartenente a una fascia d’età più adulta, tralasciando i clienti di domani. Oggi il trend è cambiato e si notano sempre più brand che comunicano alle nuove generazioni, anche tramite i social network. Inoltre molti marchi hanno introdotto modelli “entry level” espressamente mirati, per stile e prezzo, a una categoria di clienti che si trova a muovere i primi passi nel mondo dell’alta orologeria.

Cosa cercano le nuove generazioni?
L’orologio è un oggetto che ha cambiato radicalmente il proprio ruolo nella vita di tutti: non è più solo uno strumento di misurazione del tempo. Chi compra oggi un orologio di alta gamma cerca anche un accessorio che sia espressione del proprio stile e della propria personalità. Questo è vero soprattutto per i giovani.

Tra i marchi che trattate, ce ne sono alcuni che vantano un target più giovane?
Sicuramente alcuni sanno interpretare meglio i gusti e le necessita del pubblico più giovane, che come dicevo, è alla continua ricerca di un prodotto che li identifichi o che comunichi una certa filosofia. Per esempio, Hublot che ha uno stile decisamente riconoscibile ed effettua molta ricerca sui materiali, oppure grandi classici come Vacheron Constantin, che recentemente ha lanciato la collezione FiftySix, espressamente mirata a un pubblico sofisticato ma moderno. Infine Tudor, che rappresenta per molti ragazzi la porta di accesso al mondo dell’orologeria.

Quanto influisce anche l’instabilità lavorativa, e quindi economica, in questo allontanamento?
Sicuramente incide. Il potere di acquisto delle nuove generazioni è statisticamente inferiore al passato e sono cambiate anche le priorità di spesa. L’orologio di alta gamma rappresenta comunque per molti un oggetto del desiderio e spesso è legato a un evento particolare. Molti ricevono il primo orologio come regalo in occasione di una ricorrenza e sviluppano solo successivamente una vera e propria passione; altri invece sono appassionati dal principio e l’orologio rappresenta un obiettivo di autogratificazione. Ognuno ha il suo percorso personale.

Com’è cambiata Pisa Orologeria da quando al timone c’è lei, che delle nuove generazioni è una rappresentante?
Il mondo dell’orologeria è sempre stato considerato per soli adulti. Io, che sono entrata in azienda poco più che 25enne, ho voluto cambiare questo approccio. Oggi in Pisa Orologeria lavorano più di 60 persone, e una grossa fetta è costituita da under 35. Ma non siamo gli unici, anche all’interno dei marchi la presenza di uno staff giovane è oramai imprescindibile, complici i nuovi canoni di comunicazione, internet e i social network.

Nel corso della loro storia, le boutique di Pisa Orologeria hanno visto la presenza di molte celebrità, da Totò alla Callas passando per Antonio Ligabue. Oggi chi sono i “vip” che potrebbero fare da testimonial per avvicinare i giovani?
Abbiamo il piacere di annoverare tra i nostri clienti molti personaggi apprezzati dai giovani in ambito sportivo, televisivo e cosi via, anche internazionali. Preferisco non fare nomi, anche perché una delle ragioni per cui questi clienti ci scelgono, è proprio il fatto che trovano un’atmosfera discreta.

Come stanno cambiando i negozi per seguire il mutamento dei tempi?
Sicuramente, negli ultimi anni, grazie al supporto dei brand, all’interno dei nostri negozi si possono vivere esperienze nuove. La ricerca nel design degli arredi, le nuove tecnologie e l’utilizzo di supporti video d’avanguardia regalano al mondo dell’orologeria un appeal in più, cui i giovani sono molto sensibili.

Quali sono altre novità in vista per Pisa Orologeria?
Gli ultimi mesi sono stati per noi ricchi di impegni: prima l’apertura della boutique Vacheron Constantin a giugno, poi a settembre l’inaugurazione della boutique di A. Lange & Söhne, senza contare che abbiamo implementato la collezione Pisa Diamanti e, con l’ingresso di sei marchi di alta gioielleria, creato il Salone dei Gioielli nel Flagship Store. Per ora concentriamo tutte le nostre energie su questi progetti, ma anche il 2019 sarà ricco di sorprese. D’altronde siamo un’azienda giovane, avremo sempre in serbo qualche novità.


Intervista pubblicata sul numero di Business People, ottobre 2018