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Lavoro

Partite Iva in calo, effetto Jobs Act?

A luglio aperte “solo” 40.316 iscrizioni, in calo di circa il 7%. Il ministero ipotizza: “Calo influenzato dall’entrata in vigore delle nuove forme contrattuali”. Boom di aperture in Valle d’Aosta: +60%

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Effetto Jobs Act? Possibile. Quel che è certo è che a luglio di quest’anno si è registrato un netto calo di nuove Partite Iva in Italia: solo 40.316, in flessione del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2014. L’ipotesi che le minori iscrizioni siano dovute all’introduzione delle nuove forme contrattuali previste dalla riforma del lavoro è del ministero dell’Economia, che sottolinea come queste siano state accompagnate da incentivi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato, che potrebbero aver favorito la costituzione di rapporti di lavoro dipendente rispetto a rapporti di lavoro autonomo con partita Iva.

CRESCONO LE SOCIETÀ DI CAPITALI. A livello di natura giuridica i dati, presentati dall’Osservatorio sulle Partite Iva (qui la navigazione dinamica dell’osservatorio) evidenziano una netta predominanza della quota relativa alle persone fisiche, pari al 67,6%, mentre le società di capitali sfiorano il 26%, le società di persone si attestano al 5,6% e la percentuale dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” è pari all’1%. Rispetto a luglio 2014, si rilevano decisi decrementi di aperture per le persone fisiche (-10,9%) e le società di persone (-9,3%); per le società di capitali, invece, si registra un apprezzabile aumento (+6%), probabilmente conseguente alle recenti norme civilistiche che agevolano l’apertura di società di capitali (a responsabilità limitata).

BOOM IN VALLE D’AOSTA. Riguardo alla ripartizione territoriale, circa il 43% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 23,2% al Centro ed il 33,8% al Sud e nelle Isole. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente gli aumenti di aperture di partite Iva si rilevano soltanto nelle Regioni e Province autonome del Nord (Valle d’Aosta: +60%, Prov. autonoma di Bolzano: +9,4%, Prov. autonoma Trento: +8,3%), mentre le flessioni più consistenti si sono verificate al Centro-Sud: Basilicata -27,6%, Calabria -22,6% ed Umbria -17,7%.

MENO SANITÀ E PIÙ ISTRUZIONE. Con riferimento alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di aperture di partite Iva (24,4% del totale), seguito dalle attività professionali (12,9%) e dalle costruzioni (8,9%). Rispetto a luglio dello scorso anno, tra i settori principali si osserva un sensibile aumento di aperture nel settore dell’istruzione (+21,1%), incrementi più contenuti si registrano nelle attività immobiliari (+6,2%) e nei servizi d’informazione (+1,3%). Le flessioni più evidenti si rilevano nella sanità (-20%), nell’agricoltura (- 17,8%) e nell’edilizia (-9,3%).

STABILE IL RAPPORTO UOMINI-DONNE. Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 62,8% delle partite Iva aperte da soggetti di sesso maschile. Il 47% delle aperture è attribuibile ai giovani fino a 35 anni e il 35% a soggetti tra 36 e 50 anni. Rispetto al corrispondente mese dello scorso anno tutte le classi di età accusano cali di aperture, principalmente le due estreme (fino a 35 anni: -15%, oltre i 65 anni: -16,1%).

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© Altrendo Images / Getty Images