Altalena bitcoin: le quotazioni della criptovaluta continuano a oscillare

L’exploit di dicembre in occasione del debutto dei futures al CBOE di Chicago sembra un lontano ricordo. Però è in recupero e rimane comunque la moneta digitale più desiderata

La quotazione del bitcoin nelle ultime settimane ha illuso e deluso più di una volta e più di un investitore. Se, fino a dicembre, la traiettoria del suo prezzo (e del suo valore, quindi) era stata fondamentalmente ascendente, da un mesetto a questa parte è sulle montagne russe.

Quanto vale un bitcoin

Oggi, un bitcoin vale 11.460 dollari, cioè 9.215 euro. L’exploit di dicembre sembra ormai un ricordo lontano. Il 17 dicembre, per esempio, era arrivato a valere 19.870 dollari e sembrava che potesse raggiungere quote impensabili. In quello stesso mese, i primi contratti future sui bitcoin avevano fatto il loro debutto alla Borsa di Chicago. Da allora in poi, però, la cavalcata della criptovaluta più famosa del mondo ha avuto diverse battute d’arresto.

Ma da cosa dipende la quotazione del bitcoin? Dal mercato, cioè dall’incontro tra la domanda e l’offerta. Più viene richiesta, più il valore di questa moneta aumenta. Naturalmente, vale anche il contrario. La caratteristica principale di questa cripto valuta non è tanto quella di essere virtuale quanto quella di non avere alcun tipo di autorità dietro.

Chi controlla il sistema Bitcoin

Non c’è insomma un’autorità monetaria che ne difenda e ne controlli il valore. Il bitcoin è governato dal suo protocollo, dal software originale che non potrà mai essere cambiato. In linea teorica, chi lo ha progettato, il fantomatico Satoshi Nakamoto, lo ha protetto dal rischio svalutazione prevedendo un numero limitato di monete digitali da mettere in circolazione, cioè 21 milioni di unità.

Attualmente, sono in circolazione 16.8 milioni di bitcoin, per un valore complessivo di 192.5 miliardi di dollari, una cifra impressionante che fa della creatura di Sakamoto la principale criptovaluta del mondo, avendo alle spalle, ben lontana, Ethereum, “stampata” in 92 milioni di esemplari per un valore complessivo di 104,3 miliardi di dollari. Se un bitcoin, come detto, vale 9.200 euro, un ethereum ne vale 864.

Rischio speculazione

Il sistema bitcoin è programmato per dimezzare ogni quattro anni il numero di monete emesse e distribuite ai miners, cioè a coloro che risolvono complicatissimi problemi matematici che consentono la registrazione definitiva di un certo numero di transizioni all’interno della Blockchain. Essendo limitato il numero di monete disponibili, dovrebbe essere facile evitare il rischio che si corre quando una banca centrale stampa troppa moneta e quest’ultima finisce per valere sempre meno.

Va detto, però, che il bitcoin è ormai diventato uno strumento di speculazione e l’andamento del suo valore è diventato lo specchio di giochi di questo tipo. Basta dire che i grandi possessori di bitcoin sono pochi. Non è fare dietrologia supporre che possano coordinare i propri movimenti, per esempio acquistandone una certa quantità gradualmente, facendo così salire il prezzo, e rivendendone una parte quando la moneta ha raggiunto un picco, provocandone una riduzione del valore.

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