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Una sanatoria per i 150mld congelati nelle cassette di sicurezza?

A rilanciare l’ipotesi il sottosegretario del Carroccio al Mef, Massimo Bitonci. L’emersione, però, riguarderebbe solo il 30-40% dei contanti

Nei prossimi mesi la già nutrita lista delle sanatorie varate tra legge di Bilancio 2018 e collegato fiscale potrebbe allungarsi ulteriormente. Nel mirino c’è l’enorme massa di contante al momento congelata nelle cassette di sicurezza e proveniente dall’evasione fiscale, che ammonta a 150 miliardi di euro. Se fino a qualche giorno fa l’ipotesi della sanatoria sembrava quasi definitivamente tramontata, nell’incontro di lunedì al Viminale con le parti sociali il sottosegretario del Carroccio al Mef, Massimo Bitonci, l’ha rilanciata con forza. L’idea allo studio, però, è quella di concedere l’emersione solo a una parte di questo tesoro, ossia al 30-40% circa degli importi detenuti da ciascun cittadino, in quale pagherebbe poi l’Iperf su questa base imponibile in relazione alle sue aliquote marginali, senza l’applicazione di sanzioni e interessi. Un modello simile a quello previsto per la voluntary disclosure interna. Il piano prevede la partecipazione attiva dei professionisti, i quali dovranno certificare che gli importi di cui si chiede la sanatoria provengono solo da evasione fiscale e non da altre attività illecite. Al momento, infatti, non è prevista alcuna sanatoria per reati come frode né per capitali all’estero.

Nell’incontro con le parti sociali, è stata confermata poi l’estensione del saldo e stralcio anche alle imprese, sebbene al momento non siano stati forniti ulteriori dettagli. Per ora la sanatoria riguarda solo le persone fisiche in difficoltà economica, ossia con un Isee non superiore a 20mila euro, ed è valida per le cartelle per omessi versamenti di imposte o contributi: per aderirvi bisogna pagare una percentuale che varia dal 16 al 35% dell’importo dovuto già “scontato” delle sanzioni e degli interessi di mora. Infine, è allo studio una sanatoria per quelle posizioni aperte tra fisco e contribuenti che non trovano una soluzione e che riguardano accertamenti basati su presunzioni o valutazioni, come il transfer pricing nelle operazioni infragruppo e l’abuso del diritto.