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Confindustria-Abi, così si rende più leggera Basilea 3 per le Pmi

Le due associazioni, insieme a Rete Imprese Italia e l’Alleanza delle cooperative italiane, temono una riduzione nel credito per le piccole e medie imprese a causa delle nuove norme nel settore bancario. Ma un “fattore di correzione” azzererebbe questo rischio…

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Inserire un fattore di correzione da applicare nel calcolo di rischio per Basilea 3, così da non penalizzare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese. È quanto proposto dai vertici operativi di Confindustria e Abi, insieme a Rete Imprese Italia e Alleanza delle cooperative italiane, ad Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l’industria. La proposta – riportata dal Sole 24 Ore – nasce dal timore che eventuali effetti di un’applicazione normativa non sufficientemente calibrata del nuovo accordo interbancario sui ratios patrimoniali possa ridurre la disponibilità del credito per le imprese. La normativa, una volta approvata, dovrebbe entrare a regime nel 2019, ma secondo le associazioni i mercati di oggi sono “ultraprudenti” e stanno già dando per realizzato un accordo, come quello di Basilea 3, che “a regime porta il requisito minimo patrimoniale complessivo delle banche, in modo indifferenziato per tutti i portafogli, dall’8% al 10,5 per cento. Imprese e banche hanno ragionato su come fare per intervenire e, pur senza mettere in discussione il nuovo impianto di regole, evitare l’aggravio patrimoniale che deriverebbe anche ai prestiti alle piccole e medie imprese”. L’idea è quella di prevedere nel dettato della nuova normativa europea, che trasporrà l’accordo di Basilea 3 nella cosiddetta direttiva CRD4, un fattore di correzione, un “balancing factor” da applicare nel calcolo complessivo degli attivi ponderati per il rischio verso le piccole e medie imprese, un fattore che sia in grado di riequilibrare quell’incremento quantitativo dei requisiti patrimoniali (previsto in origine per tutti i portafogli), a regime pari a circa il 30 per cento in più. In questo modo verrebbe azzerato il rischio di una riduzione del credito disponibile per la Pmi in questione. “Se questo emendamento all’accordo raggiunto a Basilea fosse inserito nella direttiva Ue attualmente allo studio – si legge sul Sole 24 Ore di giovedì 19 maggio –, il meccanismo potrebbe operare già a partire dal 2013, sterilizzando quindi quell’effetto di “anticipo” dell’operatività di Basilea tre che i mercati già stanno mettendo in atto”.

Credits Images:

Antonio Tajani