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Axpo: come innovare il futuro

La tutela ambientale si coniuga con la convenienza economica. Non ha dubbi Simone Demarchi, a.d. della filiale italiana del gruppo elvetico. E parla di un’accelerazione importante, ma non ancora sufficiente

architecture-alternativo A.d. di Axpo Italia dal 2015, Simone Demarchi è entrato in azienda nel 2001. È anche membro del Management Board della capogruppo Axpo Solutions AG e a.d. di Axpo Energy Solutions Italia, Energy Service Company dedicata alla realizzazione di progetti di efficienza energetica, cogenerazione, energie rinnovabili ed e-mobility

L’intervista a Simone DeMarchi è parte dello speciale

I campioni della sostenibilità 2024 di Business People


Alla vigilia dell’abbattimento dell’ultimo baluardo statale sulle forniture energetiche, la fine di quel mercato “tutelato” a fronte di un’alternativa percepita come caotica e deregolamentata, l’approvvigionamento energetico torna in cima agli argomenti più discussi sui media, nelle aule di governo e nelle sale riunioni dei cda. Dal 2016 a oggi nel nostro Paese sono stati installati solo 6 Gigawatt da fonti rinnovabili, invece dei dieci previsti, tre dei quali solo nell’ultimo anno.

L’accelerazione è stata importante, ma non ancora sufficiente, e soprattutto per il 49% dovuta alle installazioni sulle singole abitazioni, piuttosto che sinergie messe a sistema sui territori. Eppure, le alternative ci sarebbero, formule collaudate su misura per impianti di ogni dimensione, sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico. Ne abbiamo parlato con Simone Demarchi, a.d. di Axpo Italia, parte dell’elvetica Axpo, leader mondiale nel settore.

Axpo ha puntato sulle rinnovabili già dagli albori. Qual è la visione del gruppo?
Il Gruppo intende dare forma a un futuro rispettoso del clima attraverso soluzioni innovative e costruite su misura per le esigenze della clientela, valorizzando le competenze e l’esperienza di oltre cento anni nella produzione e fornitura di energia sostenibile, favorendo, allo stesso tempo, la crescita economica e il benessere sociale. Axpo è il più grande produttore di energia green in Svizzera ed è tra i principali operatori internazionali nell’energy trading, presidiando più di 30 Paesi in Europa, negli Stati Uniti e in Italia, portando i valori della propria identità elvetica (sicurezza, qualità e l’orientamento a lungo termine) a livello globale.

Rispetto agli altri Paesi in cui operate, quali sono le sfide che dovete affrontare in Italia? Può raccontarci una best practice da cui prendere esempio?
Partirei dalla semplificazione degli iter burocratici. L’autorizzazione di un impianto rinnovabile in Italia può richiedere quasi sei anni, a cui si aggiungono i due anni previsti per legge. La nuova direttiva europea Renewable Energy Directive III dovrebbe aiutare ad accelerare le pratiche autorizzative. Insieme alla semplificazione legislativa c’è il desiderio di facilitare la diffusione dei PPA (Power Purchase Agreement), contratti a lungo termine per la fornitura di energia verde dedicati alle grandi aziende su cui il Gruppo sta puntando da molto tempo e che sono triplicati in Europa negli ultimi quattro anni. Mi piace ricordare che, in Svizzera, la catena di discount Denner ha siglato un PPA di 20 anni per garantirsi l’approvvigionamento di energia prodotta dall’impianto solare Alpinsolar da 2,2 MW realizzato da Axpo e IWB sulla diga di Muttsee a oltre 2.500 metri sul livello del mare.

Axpo è sempre più concentrata sulla produzione di energia da fonti rinnovabili

Perché in Italia gli obiettivi di transizione ecologica sembrano sempre difficili da raggiungere? È un problema culturale, burocratico, di competenze, di risorse…?
Il tema è complesso ed è influenzato da diversi elementi. Tra i più rilevanti penso che vi siano le criticità a livello culturale e burocratico, esemplificati dalle espressioni NIMBY (Not in My Backard) e NIMTO (Not in My Term of Office). L’incertezza del contesto normativo, l’opposizione delle amministrazioni locali e la lentezza degli iter autorizzativi si traducono in più di 1.300 progetti in lista d’attesa e in fase di valutazione. L’auspicio è che la situazione si possa modificare, anche perché il Pnrr prevede un fondo di quasi 60 miliardi di euro destinati alla transizione ecologica, di cui dovremmo aver compreso l’importanza geopolitica oltre che ambientale ed economica.

Esistono fonti energetiche più vantaggiose di altre in termini di costo/qualità?
Un parametro utile per questo tipo di valutazione è il costo livellato dell’energia (LCOE), che permette di indicare quanto costa produrre l’energia con una specifica fonte. In base al report Lazard 2023, l’LCOE per il fotovoltaico oscilla tra i 24 e i 96 $/MWh, mentre per l’eolico si trova tra i 24 e i 75 $/MWh. Per avere un’idea delle fonti fossili, nel caso del carbone, il valore è fra 66 e 166 $/MWh e sale a 115-221 $/MWh per le centrali turbogas. Guardando invece al nucleare, l’LCOE varia tra 141 e 221 $/ MWh. Questi numeri confermano quindi il potenziale delle rinnovabili e specialmente del fotovoltaico per il futuro dell’energia. Del resto, secondo le previsioni dell’IEA (International Energy Agency), la capacità installata del solare fotovoltaico è destinata a superare quella del carbone entro il 2027, diventando la più grande al mondo.

Una postazione del Centro di ricerca di Axpo, che utilizza modelli qualitativi e quantitativi e monitora gli sviluppi economici e politici

Il fiore all’occhiello di Axpo Italia?
Come Axpo Italia tengo a dire che siamo orgogliosi delle nostre persone. Cerchiamo costantemente e valorizziamo talenti del settore energetico, lo facciamo guardando alla diversificazione delle esperienze e delle provenienze, l’inclusività e la gender equality. Passando ai progetti legati al settore e ai mercati: negli ultimi anni, la sicurezza energetica è diventata una priorità e una parola ricorrente. Per questo motivo, ritengo utile citare l’accordo decennale che Axpo ha siglato con la società italiana Gas and Heat spa e il cantiere navale San Giorgio del Porto per il noleggio di una nave dedicata al rifornimento di GNL (Gas Naturale Liquefatto) e che verrà costruita dall’armatore San Giorgio a Piombino. Abbiamo voluto dare un segnale tangibile del nostro continuo impegno a favore delle imprese e dei cittadini italiani. Peraltro, il GNL costituisce una fonte strategica nelle politiche Ue, poiché consente di diversificare le fonti di approvvigionamento e migliorare la sicurezza.

Quanto è economicamente sostenibile per una pmi diventare “energeticamente sostenibile”?
Direi che questo passaggio può avvenire in tanti modi diversi, ma è una scelta lungimirante. Il programma ideale di transizione per una pmi può includere la protezione dalle oscillazioni dei prezzi, per esempio, attraverso i Green Flexy PPA, che garantiscono la flessibilità e la sicurezza di rifornimento da uno specifico impianto. In parallelo, l’adozione di sistemi di autoproduzione per coprire il proprio fabbisogno energetico può accrescere ulteriormente l’autonomia e la resilienza di un’azienda. Questo mix consente di intervenire sui costi abbinando la sostenibilità ambientale con quella economica. Ci sono anche soluzioni per avere maggiore efficienza nell’uso delle fonti fossili, come la cogenerazione e trigenerazione, che possono portare a un taglio del 50% delle spese.

Bastano incentivi e decontribuzioni per imprimere un maggior impulso al rinnovamento in senso sostenibile?
Sarebbe necessario dare stabilità al contesto normativo e continuità alle politiche energetiche, in modo da consentire la pianificazione con una prospettiva di medio- lungo termine. Per quanto riguarda le forme d’incentivazione, reputo che possano essere funzionali per aiutare la diffusione di tecnologie, prodotti e servizi, ma devono essere limitati per evitare di “drogare” il mercato. In questo senso, i PPA rappresentano uno strumento utile per svincolarsi dalla logica delle sovvenzioni, visto che garantiscono l’approvvigionamento da fonti rinnovabili, oltre a essere un importante contributo per la loro crescita nel Paese.

Ha senso parlare di sostenibilità (che è anche etica) senza intaccare i modelli di sviluppo economico che caratterizzano il nostro tempo?
Credo che la sostenibilità già oggi stia trasformando il concetto di sviluppo e lo farà sempre di più in futuro, diventando il punto di riferimento delle politiche economiche e sociali. Ci sono alcuni indizi a sostegno di questa tesi. Ad esempio, in Italia, dal 2016 la legge permette di creare le cosiddette società benefit, che coniugano gli obiettivi di profitto con la generazione di un impatto positivo a livello sociale e ambientale, basate sul modello delle B Corp statunitensi. In parallelo, la direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) introduce obblighi di trasparenza più dettagliati sull’impatto delle imprese nei confronti dell’ambiente e della società, in linea con gli obiettivi climatici dell’Ue, con il duplice obiettivo di ridurre il greenwashing e rafforzare l’economia sociale, oltre a dar vita a uno standard di trasparenza a livello globale.