Per una volta non vi facciamo indispettire con una panorami­ca su orologi magnifici, ma dai prezzi degni del portafogli di un emiro arabo. E l’aspetto in­teressante di questo articolo è che siamo di fronte a segnatempo meccanici dal­la forte personalità estetica. Soprattutto sono orologi che non scendono a com­promessi in termini di affidabilità del mo­vimento nonostante i costi di listino non siano proibitivi, anzi!

IL METRO DI GIUDIZIO 

«Poca spesa, tanta resa» suona bene, ma cosa intendiamo dicendo «il meglio dell’orologeria meccanica odierna per contenuti tecnico-estetici»? Anche perché il “tetto” massimo che ci siamo dati di 3.500 euro rappresenta comunque una cifra importante da spendere. Il presupposto fondamentale è un movimento affidabile e facile da aggiustare e revisionare, anche nella malaugurata ipotesi che il produttore tra dieci anni non esista più insieme alla relativa rete di assistenza. In secondo luogo, non può mancare una qualità costruttiva impeccabile, che comprenda il vetro zaffiro inscalfibile e una impermeabilità a prova di doccia. Poi una linea azzeccata (e questo resta comunque un valore soggettivo), sia nello stile classico sia in quello avanguardista. E, infine, un valore aggiunto rappresentato da una cassa più costosa della solita in acciaio, come, per esempio, la ceramica.

Iniziamo da quello col prezzo più basso, che porta il marchio Jaguar. Il brand ap­partiene al Gruppo Festina ed è per que­sto che il modello J670 con 490 euro rie­sce a proporre un design piacevole, un movimento super-affidabile come l’Eta 2824-2, il vetro zaffiro, l’impermeabilità che arriva a 100 metri di profondità e un cinturino di vera pelle. Niente male per un prodotto sotto i 500 euro!

Ciò che invece ha ispirato i prossimi due modelli è il “Concept Watch” in stile Ri­chard Mille, Urwerk, MB&F e simila­ri. Macchine del tempo tutte ultracosto­se, perché presentano soluzioni struttura­li e meccaniche uniche nel loro genere. L’escamotage adottato dai marchi Sevenfriday e Dietrich è quello di partire dal movimento Miyota 8215 – onesto per ogni aspetto e poco costoso – e, rielabo­randolo, dare vita a interpretazioni dav­vero convincenti e di successo, come il P1B/1 Essence a 995 euro e l’Organic Time 1 a 1.350 euro.

Sotto i 2 mila euro – per l’esattezza a 1.990 euro – troviamo addirittura un oro­logio con movimento svizzero scheletra­to a carica manuale protetto da una cas­sa extra-large (48 mm è il suo diametro) in vetro e anse in acciaio. A riuscire in questa impresa è Gagà Milano, con i suoi orologi che in Giappone sono diventati un vero e proprio fenomeno di culto.

Più “tendenzioso” è lo Skull Badass di Bomberg, un marchio nato nel 2012 e che ha avuto un immediato successo nel segmento degli orologi al quarzo. Ades­so propone dei meccanici in serie limi­tata, come quello in foto (in 250 pezzi), che monta il fidato calibro automatico SW200 di Sellita.

Infine, restando sotto i 3.500 euro riu­sciamo ad allacciare al polso anche un orologio con la cassa in ceramica nera opaca come il Bell & Ross BR03-92 Ce­ramic Military Type, dallo splendido qua­drante color kaki. È mosso da un movi­mento Eta 2824 che viene rielaborato secondo gli standard della casa fondata nel 1992 da Bruno Belamich e Carlos Rosil­lo. Perché, va sottolineato, l’orologeria di alta gamma non equivale soltanto a prez­zi inavvicinabili.

CLICCA SUGLI OROLOGI PER LE SCHEDE PRODOTTO