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Gusto

Vino, al via vendemmia 2019. Per l’Italia record di esportazioni

Il primo grappolo è stato raccolto in Sicilia. Le previsioni sono molto buone. Nel frattempo, battiamo la Francia per numero di bottiglie prodotte

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È iniziata ufficialmente la stagione più frenetica e importante per il mondo vitivinicolo: quella della vendemmia. Ad “aprire le danze” l’azienda agricola Massimo Cassarà in provincia di Trapani che, secondo Coldiretti, ha raccolto ieri il primo grappolo dell’annata 2019. Si tratta di uve Pinot grigio, che in effetti sono le più veloci a essere vendemmiate e trasformate in vino. Per ora l’umore e le aspettative sono alti: l’estate calda e soleggiata ma non troppo secca sta facendo maturare al punto giusto i vitigni. «Le nostre previsioni positive per la prossima annata vengono confermate», ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio. La speranza è che i temporali non facciano danni, così che il vino made in Italy continui a trionfare anche all’estero. Al momento, infatti, siamo leader del settore: secondo i dati della Coldiretti, nonostante il calo del 10% rispetto all’anno precedente, la produzione italiana è stimata fra i 47 e i 49 milioni di ettolitri, mentre quella del concorrente più diretto, la Francia, si ferma fra i 43 e i 46 milioni di ettolitri. Non solo: nel 2019 le esportazioni sono aumentate del 5,2% sul 2018, permettendo all’Italia di raggiungere un record storico.

Il settore enologico, dunque, continua a essere strategico per il nostro Paese. Del resto, come riporta il Centro Studi di Confagricoltura, in Italia ci sono 300 mila aziende con vigneti, per una superficie coltivata a uva da vino complessiva di 652 mila ettari, di cui 50 mila con cantine di vinificazione, e un fatturato di circa 10 miliardi di euro. Anche se il primo grappolo d’uva è stato raccolto ieri, secondo Confagricoltura, la vendemmia vera e propria entrerà nel vivo intorno al 20 agosto in tutta Italia: prima verranno raccolte le uve pinot e chardonnay, poi le grandi uve rosse autoctone come Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e, infine, le uve di Aglianico e Nerello.

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