Panini: da edicola familiare a impero mondiale delle figurine

Panini: da edicola familiare a impero mondiale delle figurine© Shutterstock

Panini è una delle aziende più simboliche del Made in Italy, famosa soprattutto per le sue figurine, gli album e i fumetti. Fondata nel dopoguerra, ha saputo trasformarsi negli anni, restare al passo con i tempi e diventare un punto di riferimento per generazioni di appassionati.

Si tratta di una realtà che, nel tempo, ha saputo coniugare tradizione e innovazione. Ha mantenuto le radici ben ancorate a terra, ma ha anche visto con lungimiranza le trasformazioni del settore e le ha colte per tempo così da rimanere competitiva e all’avanguardia.

Le origini di Panini: da edicola a fenomeno popolare

La storia di Panini inizia ufficialmente nel 1961, ma le sue radici sono un po’ più antiche. La famiglia Panini gestiva già nel 1945 un piccolo chiosco nel Corso Duomo a Modena, dove vendeva giornali e edizioni varie. I fratelli Giuseppe, Benito, Umberto e Franco Cosimo decidono di provare qualcosa di nuovo: produrre e vendere figurine di calciatori. È così che nel 1961 usce il primo album Calciatori Panini, con la copertina che vede protagonista Nils Liedholm. Quel primo album fu un grande successo, destinato a replicarsi negli anni.

Successivamente, l’azienda inizia a espandersi con altre collezioni diverse da quelle del calcio: animali, natura, temi generici. Nel 1970 introduce l’album per raccogliere le figurine (prima ogni bustina era venduta singolarmente). Negli anni Settanta arrivano le figurine autoadesive (1972‑73), che facilitano l’uso e la gestione delle collezioni.

Crescita, internazionalizzazione e trasformazioni aziendali

Durante gli anni Ottanta Panini consolida il suo successo. L’azienda viene gestita per quasi trent’anni dalla famiglia Panini, che riesce ad aumentare progressivamente il fatturato, espandere la produzione, migliorare la qualità e raggiungere nuovi mercati. Si tratta di uno dei tanti esempi in Italia in cui l’unione e l’affetto fanno la differenza anche negli affari. Nel 1988 avviene un passaggio importante: la famiglia Panini cede l’azienda al gruppo Maxwell. Questo segna l’inizio di una serie di cambiamenti nella proprietà, anche se la gestione continua a puntare molto sull’identità del marchio e sulla qualità dei prodotti.

Con l’arrivo degli anni 90 e del Duemila, Panini consolida la sua presenza internazionale. Le figurine delle competizioni calcistiche, ma anche di altri sport, vengono vendute in decine di Paesi. L’azienda, tuttavia e proprio per questa ragione, amplia l’offerta. Non propone soltanto figurine, ma anche giochi di carte collezionabili, marchi legati a licenze internazionali, fumetti e prodotti per collezionisti. Rimane al passo coi tempi e, in alcuni casi, li anticipa.

Il valore economico e le sfide recenti di Panini

Negli ultimi anni Panini ha dimostrato di essere un brand solido. Nel 2018, anno dei Mondiali di calcio in Russia, viene registrato un fatturato record. Nel 2020 arriva circa 800 milioni di euro, con valutazioni aziendali che nel 2021 stimano la società intorno ai 2 miliardi di euro.

La società oggi conta centinaia di dipendenti e ha una presenza globale: i suoi prodotti sono distribuiti in oltre 100 Paesi. Le produzioni durante eventi sportivi come mondiali, europei o altri tornei internazionali diventano veri e propri fenomeni di massa. L’azienda è un esempio lampante di come la tradizione non passi mai di moda. L’importante è saperla coniugare con il cambiamento, che va accolto e adattato al proprio target di riferimento.

L’espansione nel settore editoriale

Oltre alle figurine, la famiglia Panini sviluppa altre attività editoriali. Un ramo significativo è Franco Cosimo Panini Editore, nato nel 1989 quando l’imprenditore da cui prende il nome, dopo aver venduto la parte delle figurine/fumetti, fonda una casa editrice indipendente. Questo ramo si specializza in libri d’arte, testi per l’infanzia, scolastica, fumetti, agende e diari.

Ha creato collane prestigiose, acquisito marchi legati all’infanzia e alla cultura (come Pimpa e Comix), ha investito nel digitale, nelle tecnologie di stampa di alta precisione e nella museologia, occupandosi anche di bookshop per musei e digitalizzazione del patrimonio culturale.

Panini: produzione, innovazione e miti

Molti elementi distintivi rendono Panini un fenomeno culturale e fanno sì che non tramonti mai, nonostante la diffusione sempre più capillare delle nuove tecnologie . Tra questi ci sono la figurina come oggetto popolare, immaginato non solo come gioco, ma come punto di aggregazione generazionale. Album che diventano oggetti da scambiare, completare e conservare. Da non dimenticare, poi, è l’introduzione dell’album Calciatori e altri temi culturali che fin da subito pongono l’azienda nel cuore del costume italiano.

Notevoli sono anche la tecnologia che sta dietro all’imbustamento, la qualità della stampa, la cura nella scelta degli scatti dei giocatori, la fedeltà delle licenze (squadre, federazioni) e l’offerta diversificata anche per fumetto, giochi da collezione e merchandising.

Cultura, collezionismo e valore simbolico dell’azienda

Il valore di Panini va oltre il prodotto: le sue figurine sono parte della memoria collettiva italiana. Le famiglie ricordano album dell’infanzia, scambi tra amici, doppie, bustine comprate con pochi spicci. Album che diventano testimonianze storiche: campionati, squadre, giocatori che magari oggi non ci sono più, divise cambiate, scenari sportivi evoluti. È un’esperienza, non un mero acquisto.

Anche il Museo della Figurina di Modena rappresenta questa dimensione culturale: nato con la raccolta privata di Giuseppe Panini, è diventato un luogo dove si custodisce la storia delle figurine, delle stampe e delle piccole memorie legate al collezionismo.

Panini e lo sguardo verso il futuro

Panini continua a evolversi. Mantiene l’autenticità e l’identità del marchio, ma innovando con licenze, prodotti digitali, produzione sostenibile, espansione globale. Nel 2021 emerge la possibilità che i soci maggiori valutino la vendita di parte dell’azienda o dell’intera impresa, considerata la valutazione intorno ai 2 miliardi di euro.

Inoltre la casa editrice Franco Cosimo Panini è investita nella digitalizzazione culturale, collaborando con musei, tecnologie di riproduzione ad alta precisione, espandendo il suo catalogo editoriale internazionale mentre resta attenta al mercato della scuola, ai fumetti, all’infanzia.

Panini è molto più che un’azienda produttrice di figurine: è un fenomeno culturale che ha saputo attraversare decenni, cambiare proprietà, superare crisi economiche, adattarsi a mercati diversi e restare nelle case e nei ricordi di milioni di persone. Dal chiosco nel dopoguerra all’album Calciatori, dagli investimenti editoriali al valore internazionale, la sua storia racconta l’Italia che sogna, che gioca e che costruisce identità. Oggi guarda al futuro con licenze globali, prodotti diversificati e una forte componente culturale, cercando di coniugare continuità e innovazione.

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