Meglio startup o piccola impresa? Pro e contro da valutare

Meglio startup o piccola impresa? Pro e contro da valutare© Shutterstock

Meglio startup o piccola impresa? Si tratta di una domanda che spesso si pongono le persone cha hanno ambizioni imprenditoriali e ragionano su quale sia la strada migliore da percorrere. Prima di rispondere, però, è necessario chiarire cosa si intende con questi due termini.

Una startup è generalmente un’realtà giovane che ha come obiettivo la crescita rapida, l’innovazione e la scalabilità. Spesso opera in mercati nuovi o in espansione, con modelli di business non tradizionali, e cerca finanziamenti da investitori esterni. Fra questi ci sono venture capital e angel investor.

Una piccola impresa è invece un’attività normalmente locale o regionale, con modello operativo più stabile e prevedibile, obiettivi di redditività costante e meno orientata a diventare un grande player globale. Spesso è finanziata con risorse proprie, prestiti bancari, o bootstrapping.

Quali sono i pro di una startup

Chi dice che sia meglio una startup rispetto a una piccola impresa sicuramente si è focalizzato sui numerosi vantaggi che implica un approccio di questo tipo. Ha infatti un potenziale di crescita rapidissimo. Se il modello funziona, una startup può crescere velocemente e espandersi in nuovi mercati, acquisire utenti/clienti su scala nazionale o internazionale.

Si basa su concetti chiave come l’innovazione e la creatività. Le startup di solito nascono attorno a un’idea nuova, un prodotto/servizio che cambia qualcosa. Questo offre libertà creativa, possibilità di sperimentare, di adottare tecnologie nuove. Anche nel settore dell’intelligenza artificiale.

Inoltre, queste realtà possono accedere a capitali esterni che permettono di finanziare la crescita, lo sviluppo del prodotto e l’espansione rapida. Se tutto va come deve, un ritorno economico importante rappresenta una possibilità concreta. Se la startup “ce la fa”, i ricavi, la valutazione aumentano, c’è la possibilità di exit (vendita, Ipo) con ritorni molto elevati.

Un altro dei pro è anche la cultura dinamica. Le startup tendono ad avere strutture più snelle, meno gerarchie, maggiore flessibilità, maggiore velocità nei processi decisionali. Questo può essere molto stimolante per chi prospera in ambienti mutevoli.

I contro e i rischi di mettere in piedi una startup

Naturalmente non è tutto rose e fiori. Ecco cosa occorre valutare con attenzione prima di scegliere se è meglio una startup o una piccola impresa. Nel primo caso, infatti, succede spesso che non si riesca a superare le fasi iniziali. Il mercato potrebbe non accettare il prodotto, può mancare un buon product-market fit oppure insorgere problemi di liquidità.

Spesso le startup non sono profittevoli per anni, investono molto, consumano cash. Chi le avvia deve sopportare periodi con entrate basse, se non nulle. Ecco allora che c’è bisogno di capitale elevato. Per scalare servono risorse umane, tecnologiche, marketing, infrastrutture: tutto ciò richiede investimenti che non tutte le startup riescono a ottenere o gestire.

Non sono da sottovalutare nemmeno fattori come stress, pressione e incertezza. Il fondatore e il team spesso devono seguire orari lunghi, gestire una certa ambiguità rispetto al futuro e prendere decisioni difficili rapidamente. Inoltre, per ottenere capitali, si può perdere parte del controllo decisionale o accettare obiettivi imposti dagli investitori. L’exit può diventare una priorità anche prima del consolidamento del business.

Quali sono i pro di una piccola impresa

Molti scelgono una piccola impresa perché offre vantaggi più stabili o realistici in certi contesti. Operando in mercati consolidati, con modelli già collaudati, si riducono alcune delle incertezze che affliggono le startup. Ciò può tradursi in flusso di cassa più prevedibile e in perdite improvvise minori. Il proprietario di una piccola impresa spesso mantiene la piena proprietà, può decidere secondo i propri tempi, può operare scelte di gestione, cultura, investimenti senza dover rendere conto a molti stakeholder esterni.

Non servono sempre investimenti enormi per avviarla, spesso si può partire da risorse limitate e crescere progressivamente. Questo rende l’ingresso meno oneroso. Oltretutto le piccole imprese possono costruire relazioni profonde con la comunità, offrire servizi personalizzati, adattarsi ai bisogni specifici dei clienti locali. Ciò può essere un vantaggio competitivo importante. Chi si chiede se sia meglio una startup o una piccola impresa deve tenere conto che la seconda, non avendo la pressione della scalabilità immediata, può diventare profittevole in tempi più brevi.

I limiti e rischi legati alle piccole imprese

Anche una piccola impresa ha  sfide e limiti. Spesso non è possibile espandersi molto oltre il mercato locale o regionale, specialmente se mancano risorse o economie di scala. Trattandosi di un modello più replicabile, la competizione può essere agguerrita, sia da parte di altre piccole imprese sia da realtà più grandi.

Fattori come crisi locali, flessione del potere di acquisto, regolamentazioni territoriali possono avere un impatto rilevante. Le piccole imprese ne soffrono più delle startup, che hanno mercati più ampi. Inoltre, devono fare i conti con finanziamenti esterni più difficili, costi degli investitori più alti, talenti che preferiscono startup con potenziale di crescita o grandi imprese con benefit maggiori. Infine, senza un’innovazione continua o un orientamento al cliente, c’è il rischio che l’azienda rimanga statica, non evolva e perda competitività.

Startup o piccola impresa, dipende dagli obiettivi e dal contesto

Non c’è una risposta univoca: la scelta tra startup e piccola impresa dipende molto dalla propria tolleranza al rischio: si è disposti a vivere con incertezza e ainvestire risorse senza garanzia di profitto a breve termine?  A incidere sono gli obiettivi personali: si vuole costruire qualcosa di grande, magari globale, con exit, oppure qualcosa che dia stabilità, autonomia e radicamento locale?

Determinanti sono anche le risorse disponibili – si parla di capitale iniziale, competenze, team e networking – e il settore in cui si opera. Alcuni richiedono innovazione e scalabilità, altri premiano la qualità locale, il servizio e la fiducia.  Bisogna considerare anche il mercato e il contesto locale. Si tratta, nello specifico, di tendenze, regolamentazioni, cultura imprenditoriale, accesso ai finanziamenti.

In definitiva, startup e piccola impresa rappresentano due modelli imprenditoriali distinti, ciascuno con vantaggi e sfide. Le prime brillano per ambizione, scala e innovazione, ma richiedono coraggio, rischio, pazienza e risorse lunghe. Le seconde offrono più sicurezza, maggiore controllo, leggerezza operativa e spesso una vita lavorativa più equilibrata, ma restano vincolate da limiti di scala, competizione locale e risorse. La scelta migliore è quella che è allineata con la propria visione, con le circostanze personali, le competenze: non esiste un meglio in assoluto, ma un meglio per sé.

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