Troppe incognite e pochi consensi: l’assemblea di Mediobanca non si fa

Ufficialmente il rinvio serve ad attendere Generali. Ma dietro la scelta di Mediobanca ci sono le tensioni con i grandi soci e il rischio di una sconfitta in Cda

Troppe incognite e pochi consensi: l’assemblea di Mediobanca non si fa© Shutterstock

Non solo prudenza, ma anche calcolo politico. Il rinvio dell’assemblea di Mediobanca non può essere letto soltanto come un gesto di responsabilità in attesa del parere di Generali. I numeri, semplicemente, non c’erano.

Nelle ore precedenti il Cda, le proiezioni sul voto mostravano un fronte crescente di contrari e astenuti, che avrebbe impedito il raggiungimento del quorum necessario – il 50% più un’azione del capitale presente – per approvare l’autorizzazione al Consiglio. Decisivo è stato il ruolo di Francesco Gaetano Caltagirone, salito in poche settimane dal 7% al 10% del capitale, ma anche delle casse previdenziali (Enpam, Enasarco, Cassa Forense) che insieme controllano oltre il 5%, di UniCredit (1,9%, con altri 2% tramite JP Morgan e Jefferies) e del gruppo Benetton (2,2%).

Tutti soggetti che avrebbero scelto l’astensione, invocando la mancanza di informazioni sull’accordo industriale tra Mediobanca e Generali. In questo scenario, Mediobanca ha preferito prendere tempo, evitando una bocciatura che avrebbe indebolito la credibilità dell’intera operazione. Un rinvio deciso dal consiglio, non dall’assemblea, e che potrebbe aprire, come riportato dai quotidiani di lunedì 16 giugno, a contestazioni legali. Ma c’è un altro elemento che pesa sulle prossime mosse: l’offerta pubblica di Mps su Mediobanca, attesa tra fine giugno e inizio luglio. Se l’offerta andrà a buon fine, sarà Siena a decidere se procedere sull’Ops per Banca Generali. In caso contrario, Mediobanca sarà libera dalla passivity rule e potrà muoversi in autonomia, anche senza un nuovo voto assembleare. Alla luce di questi sviluppi, l’assemblea del 25 settembre potrebbe non tenersi mai. Una possibilità concreta che aggiunge un ulteriore strato di complessità a uno dei dossier più intricati del risiko bancario italiano.

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