Arera, l’autorità per l’energia, ha confermato che per l’anno prossimo è previsto il bonus Tari. Si tratta di uno sconto del 25% della tassa sui rifiuti. Sarà un’agevolazione che verrà riconosciuta in automatico a tutte le famiglie con un Isee inferiore a 9.530 euro. Nel caso di nuclei numerosi, il tetto sale fino ai 20 mila euro. Questo strumento si aggiunge a quelli già esistenti relativi all’energia elettrica, al gas e all’acqua. L’obiettivo del Governo è sostenere ulteriormente la spesa per i servizi essenziali delle fasce meno abbienti.
Come funziona il bonus Tari
Il bonus Tari, se si soddisfano tutti i requisiti, sarà riconosciuto senza che l’utente ne debba fare esplicita richiesta. L’importante è avere presentato all’Inps una Dsu, acronimo che sta per dichiarazione sostitutiva unica, e ottenuto un livello di attestazione Isee sotto le soglie previste.
Secondo le previsioni, circa 4 milioni di nuclei familiari potranno ottenere lo sconto sulla tassa dei rifiuti sostenuta nell’anno precedente. Questo succede perché la Tari dovuta viene solitamente quantificata entro i primi mesi dell’anno mentre l’Isee può essere richiesto dai cittadini durante tutto l’anno. I dati utili per applicare lo sconto saranno disponibili solo nell’anno successivo a quello di presentazione dell’attestazione. Nel 2026 quindi verrà riconosciuto lo sconto sull’Isee dell’anno scorso.
La tassa sui rifiuti è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento e deve essere pagata da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre spazzatura. Stando alla relazione annuale di Arera per il 2024, la spesa media annua per la Tari stimata per un’utenza domestica tipo, composta da tre componenti che occupano una casa da 100 metri quadrati, nel 2023 è stata pari a 311 euro a livello nazionale.
Sono state rilevate anche delle differenze notevoli tra le varie aree geografiche. Nel complesso è stato registrato un ammontare di costi ammissibili sottesi alle entrate tariffarie pari a circa 10,3 miliardi di euro, da cui deriva un totale di entrate tariffarie validate di 9,7 miliardi di euro.
© Riproduzione riservata