© ShutterstockIl 70% di Gallo, marchio che ha fatto la storia della produzione di calze in Italia, passa al fondo private equity milanese Alto Partners. Lo ha detto Giuseppe Colombo, al quale resta il 30% delle quote e le cariche di presidente e direttore creativo. Lascia, invece, incarico di amministratore delegato.
I mercati esteri, che pesano sul fatturato solo per il 5%, sono l’obiettivo dell’operazione. L’azienda non si vuole fermare a stazioni e aeroporti, vuole guardare al futuro in grande. E, d’altra parte, da sempre Gallo ha tenuto alla tradizione con un tocco di modernità. Lo dimostra la scelta del nome per esteso come logo e dell’attenzione ai colori.
La storia e il futuro dell’azienda Gallo
L’azienda nasce nel 1927 per volere del nonno di Giuseppe Gallo. Da un piccolo laboratorio, la famiglia ha sempre cercato di stare al passo con i tempi senza perdere la propria identità. E, nel 1998, le redini passano all’attuale presidente.
Cambia l’approccio, non soltanto nella gestione del prodotto e nella realizzazione, ma anche nella vendita. Le calze elastiche taglia unica sono innovative, ma gli agenti non riescono a venderle e, da questo problema, nasce l’idea di aprire un negozio nel cuore di Milano, in via Manzoni, vicino al Quadrilatero della moda.
È così che i clienti di altre nazionalità scoprono la qualità del Made in Italy, la bellezza di un prodotto utile ma soprattutto bello. E, in poco tempo, inizia la collaborazione con Fiorucci. Da lì, gli store monomarca su tutto il territorio nazionale e un fatturato che, l’anno scorso, ha raggiunto quota 30 milioni di euro. Grazie al lavoro e alla dedizione dei vertici, ma soprattuto di 215 dipendenti che mettono passione nel proprio lavoro.
Oggi non si producono solo calze, ma anche costumi, accessori e abbigliamento in generale. Adesso, Gallo entra a far parte del fondo fondo Alto Partners e può spiegare le ali con una marcia in più.
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