Auto e tassi, Italia superiore alla Francia

Auto e tassi, Italia superiore alla Francia© Shutterstock

I primi di giugno il nostro Paese ha ottenuto due ottimi risultati. Le immatricolazioni auto hanno superato i numeri della nazione guidata da Macron e i tassi di interesse sui Btp a due anni sono andati sotto quelli degli omologhi francesi: l’Italia si è dimostrata superiore alla Francia.

Questo conferma come l’economia italiana si stia rafforzando, anche grazie alla solidità dimostrata dall’Esecutivo. Tuttavia si deve fare ancora i conti con un debito pubblico notevole. Nonostante la promozione di Moody’s il merito di credito resta da tripla B contro le doppie A di Francia e Stati Uniti e, il risultato appena ottenuto, ha un significato ancora più importante. Adesso non resta che vedere se si tratta soltanto di un momento o di una tendenza più radicata che non si verificava dal 2004.

Italia Vs Francia: i numeri

Da maggio 2025 il rendimento del Btp a due anni è sceso sotto il 2%, muovendosi successivamente sempre intorno a questa soglia. Intanto l’Oat francese di pari durata ha viaggiato tra un minimo del 2,07% e un massimo sopra il 2,15%.

È successo dopo che la presidente della BceChristine Lagarde, ha annunciato il taglio dei tassi al 2% e ha fatto partire una serie di vendite sui titoli obbligazionari dell’Eurozona (Btp e Oat inclusi), rendendo appetibili i bond che garantiscono ancora il 7%.

Il mercato delle auto

Nonostante il mercato globale dell’automotive sia in difficoltà, su auto e tassi, l’Italia ha superato la Francia. Stellantis è un brand italo-francese, guidato però da John Elkann – nel ruolo di presidente – e dal Ceo Antonio Filosa.

Le immatricolazioni, nel nostro Paese, hanno registrato un’inversione di tendenza epocale. Nei primi mesi dell’anno – secondo i dati della Feem, la Fondazione Eni Enrico Mattei, che ha elaborato i numeri ufficiali di Acea e Pfa – sono state immatricolate oltre 722 mila vetture. In Francia ci si è fermati a quota 673 mila. Un scarto di circa 50 mila unità, pari a oltre il 7%, che va a incidere su un equilibrio consolidato da anni.

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