La Banca centrale europea (Bce) ha annunciato ieri un atteso taglio dei tassi di interesse di 25 punti base. Il tasso sui depositi, principale riferimento della politica monetaria dell’eurozona, scende così al 2%. Si tratta dell’ottava riduzione da giugno 2024, quando era fissato al 4%, per un totale di 200 punti base.
L’intervento è arrivato in un contesto di inflazione in calo, con l’indice generale che si sta stabilizzando attorno al target del 2% a medio termine. Tuttavia, la presidente Christine Lagarde ha precisato che la fine del ciclo restrittivo non è ancora formalmente raggiunta: “Siamo in una buona posizione per navigare le incertezze”, ha dichiarato in conferenza stampa, ribadendo che le decisioni continueranno a essere prese di riunione in riunione, sulla base dei dati.
Inflazione sotto controllo
Le proiezioni aggiornate della Bce confermano un’inflazione complessiva al 2% nel 2025 e nel 2027, mentre per il 2026 si prevede un rallentamento all’1,6%. La discesa è dovuta soprattutto al rafforzamento dell’euro e al calo del prezzo del petrolio, oggi attorno ai 55 euro al barile. Questo scenario, definito dagli economisti della Bce come “disinflazione benigna”, riflette una maggiore ricchezza per i consumatori europei.
Il taglio dello 0,25% deciso ieri è stato giudicato coerente con l’obiettivo di mantenere l’inflazione ancorata al 2%, scongiurando un eccessivo raffreddamento delle aspettative.
Bce: possibile nuovo taglio dei tassi a settembre 2025
Nonostante le incertezze, l’economia dell’eurozona mostra segnali di resilienza. La disoccupazione è ai minimi storici, il mercato del lavoro è solido e il reddito disponibile delle famiglie beneficia di aumenti salariali. A questo si aggiunge uno stimolo fiscale atteso grazie a maggiori investimenti pubblici, in particolare in Germania, nei settori della difesa e delle infrastrutture.
Le previsioni della Bce indicano una crescita del Pil reale dello 0,9% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027. I dati sono in linea con le stime di marzo, salvo una lieve revisione al ribasso per il 2026.
Secondo fonti vicine alla Bce, il Consiglio direttivo potrebbe optare per una pausa nella prossima riunione di luglio, rimandando un eventuale nuovo taglio a settembre. Tutto dipenderà dalle nuove proiezioni macroeconomiche.
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