Connettiti con noi

People

Nutracentis: mangia che ti pasta

Il racconto di Monia Caramma, che da un problema di salute ha tratto ispirazione per cambiare vita e diventare imprenditrice

architecture-alternativo

Se fosse una sceneggiatura po­trebbe essere tra i blockbuster della prossima stagione. Inve­ce la vicenda di Monia Caram­ma non solo è realtà, ma fa riflettere e rap­presenta un punto di svolta anche per le vite degli altri. Oggi lei fa l’imprenditri­ce, è Ceo e fondatrice di Agricoltura Bio­logica, azienda con sede in Sarnico, nel bergamasco, che ha lanciato sul mercato Nutracentis, una nuova linea di pasta nu­traceutica, ottenuta cioè con ingredien­ti dalle proprietà benefiche per la salute umana riconosciute a livello medico. Ep­pure per gran parte della sua vita, Monia Caramma si è occupata di tutt’altro, vi­sto che è laureata in architettura con un master in Marketing e vendite preso ne­gli Stati Uniti. Le abbiamo chiesto come si passa dalla progettazione tecnica a guru del food alternativo. «Tutto è cominciato nel 1999, quando ho avuto problemi di sa­lute molto seri. Il mio apparato digeren­te si rifiutava di funzionare, accusavo una serie di disturbi a carattere sistemico: pra­ticamente dal morbo di Khron al reflus­so gastroesofageo avevo tutto. Nel giro di poco tempo non riuscivo a mangiare più niente e la medicina tradizionale non mi ha aiutato affatto. Gli specialisti che con­sultavo mi riempivano di antispastici e an­tidolorifici, oppure mi prendevano per un’isterica. Un famoso allergologo mi ha addirittura “prescritto” di trovarmi un fi­danzato… Poi però ho avuto la fortuna di incontrare un medico a Lugano che mi ha suggerito di cambiare alimentazione, eli­minando in primis il glutine, ma anche i cibi raffinati. E la mia vita è ricominciata».

Quindi, è bastato un cambio di alimenta­zione per compiere la magia. È stato così semplice come sembra?No, ci sono voluti tempo e pazienza. Ci ho messo circa tre anni per capire qual era la strada per la mia salute e 12 per com­prendere che poteva diventare un’impre­sa. Non c’erano scuole di pensiero accre­ditate in questo senso. Inoltre, 15 anni fa la diffusione delle pratiche biologiche in agricoltura non era per niente comune, così come gli alimenti alternativi al grano Creso, con cui ancora oggi si produce la gran parte dei prodotti da forno (ottenu­to negli anni ‘70 da una varietà Senatore Cappelli bombardata con raggi gamma e neutrini, ndr). Ho iniziato ad interessarmi dapprima al farro biologico, sperimentan­do su di me gli effetti pasto dopo pasto. Visto che funzionava, sono entrata in contatto con gruppi di contadini outsider, quelli che per primi hanno ripreso a colti­vare cereali antichi e ho imparato da loro. Non è stata proprio una folgorazione sul­la via di Damasco, ecco.

Nutracentis propone cinque tipi di pasta, in vari formati, basata su sorgo e mais bian­co, che rispetto a prodotti dietetici simili in commercio sono una scelta insolita. Come si è arrivati a questi ingredienti?Le nostre prime paste in realtà sono usci­te nel 2015 con il farro monococco, che oggi non produco più. Il sorgo è arrivato per caso, e quando mi sono accorta che aveva una letteratura scientifica molto im­portante alle spalle l’ho subito preso in considerazione. È un cereale che si sta ri­valutando molto, sia per le caratteristiche nutrizionali ma anche per l’adattabilità e la resistenza a climi difficili. Le istituzioni internazionali ne sono consapevoli, tant’è che il 7 e l’8 novembre a Milano si terrà proprio la seconda Conferenza Europea sul sorgo, e sono stata invitata tra i relato­ri. Il mais bianco, in realtà, nella zona del Veneto è sempre stato tra le coltivazioni tradizionali, anche se poco comune perché meno redditizio del mais giallo e rispetto a quest’ultimo ha delle proprietà nutriziona­li molto superiori. Noi però siamo gli uni­ci in Italia a produrre mais bianco in regi­me biologico.

Perché non conta solo il cereale giusto, ma anche come viene coltivato…Certo, usiamo solo ingredienti biologici, e per scongiurare eventuali frodi abbiamo un controllo di filiera che parte dai contadi­ni che coltivano per noi e che annualmen­te devono fornirci rapporti sui raccolti, ma passa anche per il mulino che produce la farina e per il pastificio che trasforma quella farina in pasta. Inoltre non facciamo magaz­zino, produciamo ogni due mesi circa 80 quintali di pasta, che è già tutta opzionata.

Da imprenditrice in un settore che fa dell’e­tica e della sostenibilità la propria bandiera, qual è il messaggio che vorrebbe trasmettere?Nutracentis nasce come filosofia di vita. Non mi interessa invadere il mercato, ma che le persone che comprano la mia pa­sta siano consapevoli di cosa mangiano. Sono relatrice al Cancer Center Humani­tas di Rozzano sull’educazione alimenta­re per i malati e le loro famiglie, perché per molti tipi di tumore anche gravi l’ali­mentazione fa una differenza enorme. Lo scaffale nel mass market per un progetto come il nostro non avrebbe senso se non intervenendo sul prezzo; ma le rese nei campi sono basse: il sorgo rende 50 quin­tali per ettaro mentre il grano duro 650. Troppi compromessi.

Però da settembre sarete da Carrefour…Abbiamo vinto il premio Let’s Emerge Award (miglior startup per qualità nel food, ndr) all’ultima edizione di Seeds & Chips, insieme a Beyond Meat, azienda fondata da Bill Gates e che ha Di Caprio tra gli azionisti. Producono carne da fonti vegetali. Carrefour era tra gli spon­sor e per 18 mesi ci ospiteranno sugli scaffali in 1.068 punti vendita in Italia.

Una partenza col turbo che fa pensare a nuovi progetti per il futuro. Quali?Stiamo lavorando per portare l’alimen­tazione salutista nei ristoranti di alto li­vello, perché anche gli chef stellati co­minciano a interessarsi all’argomento. Quest’anno siamo stati l’unica azien­da di pasta che Gennaro Esposito del­la Torre del Saracino, due stelle Miche­lin, ha invitato a Festa a Vico (evento enogastronomico tra i maggiori in Ita­lia, ndr). Poi vogliamo continuare a fare formazione, soprattutto nelle scuole. Il prezzo e i protocolli delle gare d’ap­palto ci impediscono di entrare nelle mense pubbliche, mentre nelle scuole private montessoriane abbiamo trova­to grande apertura.

Quali saranno gli ingredienti di domani?La farina di banana verde e la moringa. Li stiamo già sperimentando.