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Lavoro

Rivoluzione digitale, i robot cambieranno il 61% dei mestieri entro il 2021

Le attività a basso valore aggiunto scompariranno e nasceranno nuovi profili professionali più creativi e complessi

La rivoluzione digitale stravolgerà il mondo del lavoro molto prima del previsto. Secondo uno studio di Deloitte (società internazionale di consulenza sul futuro del lavoro) entro il 2021 il 61% delle professioni sarà ridisegnato: l’avvento di intelligenza artificiale, robotica, digitalizzazione porterà, da una parte, alla scomparsa di attività a basso valore aggiunto e, dall’altra, alla nascita di nuovi profili professionali. Le aziende, infatti, andranno sempre più verso una riconversione delle competenze. Basti pensare che nei prossimi due anni l’uso di processi automatici robotizzati da parte dei dipartimenti di risorse umane sarà triplicato e che entro il 2035 c’è il 90% di probabilità che, sempre in quest’ambito, tutte le attività amministrative saranno completamente automatizzate. Quindi, saranno le macchine, capaci di lavorare 24 ore su 24 e sette giorni su sette, a occuparsi di raccogliere e analizzare curriculum vitae, profilare candidati, organizzare colloqui, selezionare personale, scrivere proposte di assunzione, preparare buste paga, gestire premi, predisporre percorsi formativi. Le attività meccaniche e ripetitive, dunque, non ricadranno più sui lavoratori, che potranno dedicarsi a mansioni più creative e complesse.

Sicuramente quello che succedeva fino a pochi decenni fa, quando un lavoratore poteva svolgere la stessa mansione per l’intero arco della sua carriera, oggi non accade praticamente più. Deloitte stima che i lavoratori siano sottoposti a rinnovamento professionale ogni 2-5,5 anni e che la vita lavorativa sia destinata da allungarsi sempre di più. “I futuri lavoratori avranno ambizioni e aspettative radicalmente diverse rispetto ai lavoratori dipendenti di qualche anno fa: saranno fortemente interessati agli obiettivi dell’azienda, attenti alle prospettive di crescita e all’equilibrio tra lavoro e tempo libero e perché no, a divertirsi lavorando” ha commentato all’AGI Gianluca Di Cicco, partner Deloitte.

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