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Lavoro

Pmi e professionisti iniziano a credere nella digitalizzazione

Nei prossimi anni gli investimenti degli studi professionali e delle imprese nei servizi digitali cresceranno di circa un terzo

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Alle soglie del 2020, finalmente anche le aziende italiane iniziano a puntare sulla digitalizzazione, destinando risorse sempre maggiori a quello che ormai è considerato da tutti come il futuro del lavoro e non solo. A rivelarlo è un’indagine Nielsen, presentata nei giorni scorsi in occasione della Digital Week di Milano. Secondo i dati raccolti, infatti, sebbene al momento il livello di adozione dei processi digitali sia ancora basso, si sta andando nella giusta direzione, tanto che il 50% delle imprese di piccole o medie dimensioni e il 51% degli studi professionali sono convinti che nei prossimi anni gli investimenti nel mondo digitale cresceranno di circa un terzo. In particolare, ci si affiderà agli esperti del settore per avere siti internet più efficaci, magari dotati di e-commerce; allargare la propria presenza sui social media; sviluppare applicazioni mobili per i clienti; gestire le relazioni con i clienti e trasporre archivi e software in ambienti cloud.

Gli ostacoli alla digitalizzazione

In passato, ci sono stati diversi ostacoli alla penetrazione del digitale in Italia. Quali? Innanzitutto, la scarsa informazione e la mancanza di una cultura, che hanno fatto sì che nemmeno i professionisti, i manager e i proprietari delle aziende riconoscessero l’importanza della digitalizzazione. Fra le barriere italiane, anche la solita eccessiva burocrazia e il quadro normativo poco chiaro. Non bisogna dimenticare, poi, la mancanza di budget e i tempi di ritorno degli investimenti troppo lunghi. Ma ora è arrivato il momento di cambiare pagina.

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