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Lavoro

Fabbriche italiane sempre più innovative. Ma ai giovani non piacciono

Molte hanno già investito su sicurezza informatica, connettività, cloud computing, robotica collaborativa, sostenibilità e ricerca

Chi l’ha detto che le fabbriche sono luoghi di lavoro obsoleti, noiosi e faticosi? Quelle italiane, o quantomeno quelle lombarde, stanno cambiando volto e diventando smart, innovative e ultramoderne. Secondo i dati presentati dall’osservatorio Mecspe Lombardia durante la conferenza di presentazione di Mecspe 2019, fiera del manifatturiero 4.0 promossa da Senaf, l’80% delle aziende della regione è pronta per affrontare il futuro e crede nella propria trasformazione digitale. Del resto, il 90% del campione giudica di avere un livello medio-alto di conoscenza riguardo alle opportunità tecnologiche e digitali sul mercato. E molte realtà hanno iniziato a puntare sulle nuove tecnologie abilitanti: il 77% ha già investito sulla sicurezza informatica e continuerà a farlo nel 2019, il 50% sulla connettività, il 37% sul cloud computing e il 23% sulla robotica collaborativa. Non solo: il 68% delle imprese vuole investire fino al 10% del proprio fatturato in ricerca e innovazione.

Attorno alle fabbriche esistono troppi luoghi comuni (falsi)

Il risultato? Il 43% delle Pmi manifatturiere lombarde immagina un’azienda del futuro in cui team di lavoro misti composti da uomini e donne collaboreranno con le tecnologie intelligenti, rigorosamente ponendo massima attenzione alla sostenibilità (su cui il 30% delle imprese ha investito). Peccato che le fabbriche, anche se smart, non attraggano i giovani. A pensarla così è il 61% degli imprenditori. Le ragioni? Per il 46% la motivazione è che le fabbriche sono legate all’idea di “lavoro faticoso e manuale”, poco riconosciuto socialmente. Per il 41%, invece, la colpa è dal luogo comune secondo cui le mansioni degli operai sono ripetitive, poco creative e non lasciano grande spazio alla realizzazione personale. Infine, il 30% degli imprenditori crede che i giovani si tengano alla larga dalle fabbriche perché le considerano luoghi tecnologicamente arretrati. La conseguenza è che per le aziende è sempre più difficile trovare profili specializzati.