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Business

I bilanci dei negozi di elettronica 2008

Prima edizione della raccolta dei bilanci dei negozi di elettronica e delle centrali nazionali stilata dalle riviste specializzate Trade Bianco e Trade Consumer Electronics. Dalla A di Andreoli Pasquale alla V di Videogarda, passando per le centrali nazionali Euronics e Expert, le multinazionali Mediamarket e Unieuro e le insegne Eldo e Trony

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Sotto il vestito, luci e ombreAbbiamo raccolto i bilanci di 106 operatori del trade di elettronica e delle sei centrali nazionali e abbiamo dovuto constatare che di altre 29 aziende Cerved Group spa, la fonte di tutti i nostri dati, non ha acquisito il bilancio in quanto al 31 ottobre scorso lo stesso non era disponibile, o perché non conforme agli standard richiesti, oppure perché non depositato in Italia. Inoltre abbiamo cercato per altre decine di ragioni sociali i dati di bilancio, ma non abbiamo potuto ottenerli perché le società di persone e le ditte individuali non hanno l’obbligo di depositare il bilancio.Il risultato della nostra indagine è che abbiamo comunque messo insieme un valore di fatturato di oltre 9,2 miliardi di euro.

Ma qual è lo stato di salute dei 106 operatori e delle sei centrali che si può evidenziare nella prima edizione della raccolta dei bilanci dei negozi di elettronica e delle centrali nazionali stilata dalle riviste specializzate Trade Bianco e Trade Consumer Electronics? I grandi numeri dicono che siamo messi veramente male! Il fatturato che esprimono è di 9,265 miliardi di euro con costi per 9,4 miliardi di euro, e il risultato ante imposte è di -253 milioni di euro (-1,47%). Se fossimo un istituto di statistica, come quelli che ci dicono quanti polli mangia ciascun italiano oppure ci informano sull’andamento dell’inflazione con il paniere dei beni, ci saremmo fermati qui, celebrando così il funerale dell’eldom. Ma, per fortuna, la nostra analisi va oltre i grandi numeri, e quindi abbiamo esplorato quanto vale realmente il canale eldom.Per prima cosa dobbiamo togliere i dati di due aziende per le quali non abbiamo uniformità nei due periodi presi in considerazione (Consumer Electronics spa, per cui il dato 2008 non è confrontabile con l’anno precedente, e Euro Distribuzione Campania Spadaro srl, che non ha fatturato nel 2008); otteniamo così una cifra d’affari di 9,184 miliardi di euro, in crescita del 2,48% sul periodo precedente. Ma ancora troveremo che la differenza tra costi e ricavi è immutata. Per dare una lettura del mercato dobbiamo eliminare dai nostri conti i dati di Unieuro spa. Infatti la filiale italiana di Dixons European Investments Limited, il cui bilancio presente nelle nostre tabelle è al 30 aprile 2008, ha adottato il 24 aprile 2008 un “nuovo piano industriale”, rivisitato il 9 giugno, che “ha inciso significativamente sul bilancio dell’esercizio, che risulta fortemente condizionato in termini d’impatto sulla perdita delle svalutazioni e degli accantonamenti effettuati a seguito dei nuovi indirizzi strategici”. Siamo adesso pronti per analizzare il nuovo universo di riferimento.La differenza tra costi e ricavi risulta positiva per oltre 133 milioni di euro su un fatturato di riferimento di 8,140 miliardi di euro; espresso percentualmente è un risultato positivo dell’1,64% e un risultato ante imposte positivo per oltre 107 milioni di euro cioè dell’1,32%. Il margine di primo livello (la differenza tra ricavi dalle vendite e costo degli acquisti) è del 19%, in netta crescita rispetto al 15,7% del periodo precedente.Abbiamo anche analizzato il livello delle scorte (scendendo a una numerica di 99 società, per le quali sono presenti i dati dei due periodi di riferimento) e la valorizzazione del magazzino che ne scaturisce è di 1,109 miliardi di euro, pari a 59 giorni di scorta, in miglioramento rispetto al valore precedente di 1,211 miliardi di euro che rappresentava 64 giorni di scorta, con una diminuzione del 7,8%.Per quanto riguarda i giorni di pagamento ai fornitori (con una numerica di 93 società, per le quali sono presenti i dati dei due periodi di riferimento) abbiamo ottenuto un conteggio per cui il pagamento medio è di 88 giorni con una concessione di credito da parte dei fornitori per 2,138 miliardi di euro. Anche in questocaso riscontriamo un abbassamento del tempo medio di pagamento, che infatti nel periodo precedente era di 92 giorni; pari quindi a 4 giorni in meno che rappresentano una diminuzione del 4,34%.

Questa fotografia ci lascia l’immagine di un settore che ha affrontato il primo impatto della crisi con molta attenzione e ha saputo rimodellarsi aumentando il fatturato, migliorando il margine, diminuendo le scorte e “giocando” abilmente tra il finanziamento dell’industria e il valore dello stock a magazzino. Come in tutte le medie, si incontrano bilanci estremamente positivi e situazioni delicate. Inoltre l’onda lunga della recessione si è manifestata nel nostro Paese nel 2009; quindi per sapere come il canale eldom l’ha affrontata vi diamo appuntamento alla pubblicazione dei prossimi bilanci.

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Le riviste specializzate Trade Bianco e Trade Consumer Electronics