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Business

Brand image online: fake news e hate speech spaventano 6 aziende su 10

Mantenere una buona reputazione sui social è un’impresa sempre più difficile per marchi e aziende, non ancora pronte a fronteggiare protagonismo e aggressività

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Internet rappresenta una grande risorsa per le aziende, ma per certi versi anche un’insidia. Specialmente sul fronte dell’immagine: da un lato aiuta a costruire una buona reputazione e dall’altro la distrugge. Tutta colpa della totale libertà di parola e di pensiero, che può cancellare con un colpo di spazzola tante cose buone. Il risultato? Per sei società su dieci è difficile mantenere il controllo della propria brand image online, soprattutto sui social e soprattutto a causa di notizie false e incitamento all’odio. A rivelarlo è un’indagine condotta da Swg su “Hate speech e Fake news nel lavoro e nel business”, secondo cui il 42% delle aziende ritiene di non vantare competenze sufficienti per intervenire contro fake news e hate speech; il 30% di peccare soprattutto in risorse umane; il 24% di non possedere il giusto approccio mentale e culturale al fenomeno; il 20% di non poter contare sui necessari investimenti e il 18% di non avere pratica ed esperienza. La conseguenza è che per l’81% dei dirigenti le aziende sono bersaglio di odio e fake news.

Brand image online: il punto di vista dei dirigenti

Del resto, sono i dirigenti i primi a non sentirsi pronti ad affrontare le sfide che la brand image online comporta. Il 36% di quelli intervistati da Swg ha ammesso di sentirsi a disagio con il nuovo modello comunicativo, caratterizzato da un eccesso di protagonismo e aggressività, a discapito dei “vecchi” valori quali assertività ed empatia. La maggior parte (il 95%) ritiene che la reputazione delle imprese dovrebbe dipendere ancora in larghissima parte dalla buona educazione e dal linguaggio, anche se il 43% crede che una pubblicità, per essere efficace, debba usare toni forti.