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Banche americane: ai soci un tesoro da 170 miliardi

Per la prima volta dal 2008, i profitti annuali degli istituti di credito Usa saranno inferiori al ritorno di capitale in dividendi e buyback

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Da Wall Street arrivano ottime notizie per gli investitori che hanno deciso di scommettere sulle grandi banche americane. Secondo uno studio di Barclays pubblicato sul Financial Times (che ha coinvolto i 22 maggiori istituti Usa), infatti, quest’anno gli azionisti riceveranno più soldi di quanti non ne guadagneranno gli istituti stessi con il loro business: un tesoretto di circa 170 miliardi di dollari. Gli analisti danno ormai per certa la previsione secondo cui, per la prima volta dal 2008, anno simbolo della crisi economica che ha investito tutti i Paesi più ricchi, i profitti annuali delle banche Usa saranno inferiori al ritorno di capitale in dividendi e buyback. È vero che già negli anni scorsi, in alcuni casi, il guadagno degli azionisti era stato maggiore degli utili, ma è la prima volta che questo ritorna ad avvenire a livello generale.

Le banche americane non hanno imparato nulla dalla crisi?

Ma com’è possibile che le banche americane non abbiano imparato nulla dalla crisi finanziaria? Secondo gli esperti molta colpa è da attribuire ai banchieri, che non hanno capito l’importanza di rafforzare il capitale: quella del rafforzamento del capitale, infatti, è una delle strategie migliori per proteggere gli istituti dalle crisi del futuro, che magari richiederanno soldi dei contribuenti. Per esempio, nel caso emblematico di Citigroup, la quota di distribuzione di utili e capitale ai soci è arrivata a sfiorare il 130% del profitto registrato sul conto economico.Anat Admati, professoressa alla Stanford University, ritiene che .