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Parità euro-dollaro: cosa cambia

Non accadeva da vent’anni che la moneta unica europea valesse quanto il biglietto verde. Chi guadagna e chi perde con le nuove valutazioni

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La parità tra euro e dollaro non si vedeva da quando la moneta unica europea era stata appena adottata, da poco meno di un anno. Ora, complice la debolezza dell’euro (ma anche una forza del dollaro tornato ai massimi dal 2022) le due monete si equivalgono, più o meno.

Con la parità tra euro e dollaro cosa cambia ora per gli italiani e le imprese del nostro Paese? Inevitabilmente le importazioni e gli acquisti oltreoceano saranno più costosi per il portafoglio di aziende e consumatori. Anche i costi dell’energia e il prezzo delle materie prime, pagati in dollari, si faranno sentire maggiormente rispetto a un euro più forte sulla moneta statunitense. Il rovescio della medaglia è che l’attuale situazione potrebbe favorire le esportazioni: i prodotti made in Italy potrebbero diventare più convenienti e quindi più appetibili per il mercato statunitense, anche se inflazione e aumento dei costi di produzione potrebbero erodere eventuali guadagni per le aziende.

A guadagnare soprattutto dall’attuale situazione potrebbe essere il settore turistico: l’Italia è tra le mete più apprezzate dai cittadini statunitensi e un euro debole sul dollaro potrebbe spingere ancora più americani a passare una vacanza nella Penisola. Al contrario, pianificare un viaggio negli Stati Uniti per un europeo potrebbe essere decisamente più costoso rispetto a qualche mese fa.

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