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I bitcoin a 10 mila dollari ora sono un problema

Aumento del 900% da inizio 2017 per la moneta virtuale, che macina record e vale oggi più della Disney. Di questo passo nel 2019 potrebbe valere più del pil Usa

I bitcoin valgono oltre 10 mila euro. E ora sono un problema. La quotazione della criptovaluta è cresciuta del 900% da inizio anno, nonostante una serie di scivoloni e improvvisi recuperi. L’alta finanza ha dato l’allarme, Jp Morgan ha invitato a diffidarne (pur comprandone parecchi), ma il successo dei bitcoin non si arresta. Anche perché aumenta il numero di aziende che cominciano ad effettuare transazioni con i bitcoin, da Microsoft a Expedia, così come gli esercizi commerciali che li accettano.

I bitcoin valgono più di 10 mila dollari

A fronte della nuova quotazione, i bitcoin capitalizzano oltre 130 miliardi di dollari. Cioè più di aziende reali come Ge e Walt Disney. E in arrivo il primo future legato al bitcoin, che potrebbe aprire la strada al primo Etf indicizzato sulla criptovaluta. Cosa sia davvero il bitcoin e quale utilità ne giustifichi il valore restano domande irrisolte, dietro cui si nasconde il rischio di una bolla figlia della speculazione.

La paura di arrivare tardi resta il male dei mercati finanziari, e a nulla serve ricordare come andò a finire l’euforia per la net economy nel 2000. Qui le cose stanno andando persino più velocemente: il bitcoin a gennaio valeva mille dollari, un mese e mezzo fa 5 mila. In meno di cento giorni ha raddoppiato il suo valore, +20% nell’ultima settimana. A questo ritmo, in due anni arriverebbero a valore più del pil americano: insostenibile. I bitcoin finiranno come i tulipani del 600? Se son rose, fioriranno…

Un po’ di storia

Il primo uso concreto dei bitcoin nella vita reale è stato il 22 maggio 2010, quando programmatore della Florida usò 10 mila bitcoin per farsi recapitare due capricciose a domicilio. Oggi con quella cifra potrebbe comprarsi un’azienda da 66 milioni di dollari. Nessuno però poteva immaginare che quella moneta teorizzata da Satoshi Nakamoto, potesse diventare un fenomeno finanziario e un’industria globale. In Cina esistono fabbriche di server sperdute che validano le transazioni e accumulano nuovi bitcoin, mentre ogni giorno nascono nuovi exchange, piattaforme di scambio, o wallet.