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Flat tax al 15%? Nessun beneficio per redditi sotto i 26mila euro

A beneficiare della misura sarebbero solamente coloro che dichiarano fra i 26 e i 55 mila euro: circa 8,2 milioni di contribuenti, un quinto del totale

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Se le cose non cambieranno, la flat tax al 15% comporterà sì dei vantaggi, ma solo per i cittadini più agiati. Per chi si trova nella fascia di reddito più bassa, sotto i 26mila euro non ci saranno differenze sostanziali. Sono i dati che emergono dal nuovo Rapporto che il Cer (Centro Europa ricerche) ha appena presentato al Cnel, secondo cui a beneficiare della nuova misura sarebbero solamente coloro che dichiarano fra i 26 e i 55 mila euro: circa 8,2 milioni di contribuenti, pari a un quinto del totale, per una perdita complessiva di gettito pari a 16 miliardi di euro. Ma com’è possibile che un’imposizione del 15%, molto più bassa di quella attuale, non si traduca in un recupero del reddito disponibile? Tutta colpa dell’attuale struttura dell’Irpef, basata sul riconoscimento di deduzioni e detrazioni. “Questa struttura fa sì che il livello delle aliquote effettivo sia molto inferiore a quello delle aliquote legali. Con specifico riferimento all’aliquota del 15%, tale livello di imposta è di fatto già vigente per i contribuenti con redditi fino a 26 mila euro” spiega il Cer. Con la tassa piatta i risparmi aumenterebbero all’aumentare del reddito: se chi dichiara fra i 26 e i 29mila euro potrebbe recuperare 3,5mila euro, chi ne dichiara 55mila potrebbe salvare quasi 7mila euro di imposta.

La flat tax al 15% andrebbe rivista

Il Cer ha analizzato anche le conseguenze di un possibile intervento sui redditi familiari invece che individuali, concludendo che una soluzione di questo tipo creerebbe grande confusione “sostanzialmente consegnandoci un sistema duale di cui non paiono chiari i confini, tanto più che ogni contribuente resterebbe libero di optare per il regime fiscale a lui più conveniente”. Fra l’altro, l’applicazione di un quoziente familiare non appare affatto semplice. Il rischio, quindi, sarebbe di un depotenziamento della misura, esattamente come sta scucendo ora con Quota 100, ritenuta poco conveniente da molti. Qual è dunque la strada migliore? “Meglio forse sarebbe concentrare sforzi e risorse su un obiettivo di più semplice realizzazione: abbassare, nei limiti del possibile, l’aliquota legale sul terzo scaglione di imposta, appunto quello fra 28 e 55 mila euro” risponde il Cer.