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Brexit e dazi stanno affossando il commercio mondiale. Ma l’Italia cresce

La capacità di assorbire prodotti industriali è la metà del 2018 e un terzo del 2017. Ma i prodotti classici del made in Italy continuano a vendere

Le partite sono ancora aperte, ma Brexit e guerra dei dazi fra Cina e Stati Uniti hanno già fatto molto male al commercio mondiale. Nei primi mesi del 2019, infatti, la capacità di assorbire prodotti industriali, che è il primo termometro della domanda internazionale, si è fermata al +2,5%: la metà del 2018, quando aveva fatto segnare un +4,8%, e quasi un terzo del 2017, quando era volata addirittura al +6,5%. E fra l’altro, le cose potrebbero peggiorare ulteriormente. Infatti, se il divorzio fra Ue e Gran Bretagna sarà senza deal (com’è probabile viste le prossime dimissioni della premier Theresa May e la vittoria del Brexit Party alle elezioni europee) e se le tensioni fra Xi Jinping e Donald Trump si inaspriranno, secondo gli analisti ci sarà un crollo degli scambi a un +1,7%. È vero che si tratta comunque di un segno positivo, tuttavia l’impatto sull’export sarà enorme. Anche per l’Italia, ma solo per le imprese che producono macchinari. Per il resto, il settore dell’esportazione dovrebbe reggere e addirittura crescere.

L’Italia tiene nonostante Brexit e dazi

I prodotti del made in Italy che tutto il mondo ci invidia, dei comparti di moda, arredamento, calzature, alimentare, continueranno a essere i punti di forza del nostro Paese. Merito sicuramente dei prezzi competitivi, ma anche degli investimenti sulla qualità che le aziende italiane hanno portato aventi durante la crisi. Per quanto riguarda i beni di consumo, nei settori food, fashion, forniture e gioielleria, si stima un aumento delle esportazioni di 18 miliardi entro il 2022. I beni di investimento, che comprendono meccanica strumentale, mezzi di trasporto e apparecchiature elettriche, invece, “regaleranno” all’export nostrano 33 miliardi nei prossimi tre anni.