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Sostenibilità

Traffico illecito di rifiuti: Eni condannata

La vicenda legata al Centro Olio di Viaggiano, in Basilicata, è iniziata nel 2016. La società ha già annunciato il ricorso in appello

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Si è concluso (per ora) con una condanna, il processo relativo al Centro Olio Eni di Viggiano, in Basilicata. Il Tribunale di Potenza ha condannato, infatti, la compagnia petrolifera per traffico illecito di rifiuti al pagamento di una sanzione amministrativa di 700 mila euro e alla confisca di circa 44,2 milioni di euro, da cui sottrarre i costi già sostenuti per l’adeguamento degli impianti. Sette le persone condannate per il fatto – sei ex manager e dipendenti Eni più un dipendente della Regione Basilicata – mentre altri 27 imputati sono stati assolti, escludendo anche la responsabilità di altre nove società.

Eni ha subito risposto con una nota in cui sottolinea che “Pur accogliendo favorevolmente la pronuncia di assoluzione parziale emessa oggi dal Tribunale” di Potenza “rispetto all’ipotesi di reato di falsità ideologica in atto pubblico, non condivide il riconoscimento di responsabilità per la grave ipotesi di reato di traffico illecito di rifiuti”. La compagnia petrolifera ha inoltre ribadito di rimanere “convinta che l’operato del Cova (il Centro Olio di Viggiano) e dei propri dipendenti sia stato svolto nell’assoluto rispetto della normativa vigente e”, aggiunge “in attesa di leggere le motivazioni della odierna sentenza, si prepara a presentare al più presto appello”. Eni, sottolinea inoltre nella sua nota, “durante il corso dell’istruttoria dibattimentale ritiene di aver dimostrato la rispondenza del Cova alle Best Available Technologies e alle Best Practice internazionali e che i propri dipendenti abbiano sempre agito inottemperanza a quanto prescritto dalle numerose Autorizzazioni emesse nel tempo da tutti gli Enti competenti, improntando la propria condotta ai principi di legittimità e correttezza

La vicenda era iniziata nel 2016, quando l’inchiesta portò al sequestro, durato circa quattro mesi, del Centro Olio di Viggiano, costringendo anche alle dimissioni l’allora ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi, per il coinvolgimento dell’ex compagno, Gianluca Gemelli (la cui posizione fu poi archiviata).

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© Alessia Pierdomenico/Bloomberg via Getty Images