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Batman forever: storia di un eroe profondamente umano

Nato 80 anni fa, l’Uomo Pipistrello è sì un campione del bene e della giustizia, ma è anche una creatura della notte, che blandisce la nostra sopita voglia di peccato e di libertà. Per questo ha ancora successo, perché in fondo è profondamente umano

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Ha 80 anni, ma si mantiene benissimo: e i suoi numerosi ammiratori si apprestano a festeg­giarlo. A spegnere il copioso numero di can­deline (in senso lato, perché lui non lo farebbe mai) è Batman, il cupo, tenebroso personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger sulle pagine di Detective Comics: e la DC Comics farà uscire in questo anno, per celebrare l’Uo­mo Pipistrello, ben due albi, Detective Comics #1000 e De­tective Comics: 80 Years of Batman – The Deluxe Edition in grande formato.

Batman, come noto, è Bruce Wayne, un miliardario che a dieci anni assiste alla morte dei genitori per mano di un ladro. Rima­sto orfano, il bambino viene cresciuto dal maggiordomo Alfred e una volta adulto decide di combattere il crimine che dilaga nella città di Gotham. Tanti saranno i personaggi contro cui do­vrà schierarsi, tra cui il suo acerrimo nemico Joker, un criminale folle e spietato che è la sua nemesi: dove Joker cerca di imporre il caos, Batman vuole riportare l’ordine.

Benché privo di superpoteri, questo eroe è riuscito a sviluppa­re un organismo perfetto sotto ogni punto di vista, essendosi sottoposto sin dall’infanzia ad allenamenti fisici estremamen­te intensi e a ogni tipo di esercizio. E se la sua prima appari­zione avvenne nel marzo del 1939, da allora l’uomo pipistrello ha subito più di un cambiamento. Agli albori, per esem­pio, usava le pistole, ma già nel 1940 le armi da fuoco scompar­vero. Fecero invece la loro apparizione i personaggi di Joker e Catwoman, ma soprattutto arrivò (nel numero 38 di Detective Comics) il fedele compagno Robin, che prendeva spunto da Robin Hood. Fu pensato come “espediente” per far dialogare Batman, fino ad allora personaggio estremamente solitario, e per stemperare gli aspetti creepy dell’eroe.

Molto si è discusso sulla sessualità del personaggio, fin dagli anni 50 oggetto di studi accademici. Andy Medhurst scrive nel suo saggio del 1991 intitolato Batman, Deviance, and Camp che Batman è un’icona gay proprio perché «fu uno dei primi perso­naggi dei fumetti a essere accusato di omosessualità». Tra i suoi sceneggiatori le opinioni sono discordi: c’è chi esclude la cosa e chi ammette che il legame tra Batman e Robin potrebbe essere interpretato come una sorta di vera e propria relazione.

Bisogna ammettere che il successo di Batman conobbe periodi di appannamento: nei primi anni 60 la crisi fu tale che il “papà” Bob Kane pensò di smettere di disegnarlo. Ma un nuovo di­segnatore (Carmine Infantino) e alcune invenzioni fortunate, come la batmobile e nuovi costumi, ridiedero lustro alla saga.

In Italia il personaggio esordisce nel 1946 nella collana Colle­zione Uomo Mascherato e poi sul settimanale Urrà delle Edi­zioni Milano, ma il successo arriva nel 1955 con gli Albi del fal­co della Mondadori; a pubblicarlo saranno poi Cenisio e altri editori come Williams, Rizzoli, Glénat Italia, Play Press. Succes­sivamente sono subentrate Planeta DeAgostini e – dal 2012 – la RW Edizioni, che ancora oggi pubblica le avventure di Batman. Si parla spesso di lui come eroe ambiguo: vede il pianeta come un luogo in cui la morale è in chiaroscuro, in cui i cattivi alle­gramente prosperano. Non ha l’illusione di “sistemare” il mon­do, ma decide di prendersene cura con responsabilità. Vuole alleviare il proprio fardello nella consapevolezza che intorno a lui l’equilibrio è precario.

SU GRANDE E PICCOLO SCHERMO

Negli anni 60, celeberrima fu la serie televisiva interpretata da Adam West e Burt Ward: improvvisamente milioni di persone che non avevano mai letto un fumetto divennero fan del Vendicatore e del suo aiutante. Nel 1966 Batman sbarcò pure al ci­nema, con gli stessi attori.

L’appeal multigenerazionale del Cavaliere Oscuro ha, infatti, attraversato il fumetto, la televisione, i videogame, l’animazio­ne e il cinema: nel 2019 si festeggiano anche i 30 anni dal celebrato film di Tim Burton che diede vita ad uno dei Batman più amati di sempre. Burton torna con Batman-Il ritorno nel 1992, ancora con Michael Keaton e un indimenticato Jack Nicholson nei panni del Joker. Nel 1995 Batman Forever (1995) diretto da Joel Schumacher vede il giustiziere di Gotham interpretato da Val Kilmer, mentre in Batman & Robin (1997, ancora con Schumacher dietro la macchina da presa) ci sarà sullo schermo un incolore George Clooney affiancato da Chris O’Donnell. Sarà un clamoroso insuccesso, così come lo spinoff di Catwoman interpretato da Halle Berry. Arriverà poi a rinverdire critiche e incassi la trilogia del Cavaliere oscuro diretta da Christopher Nolan, con l’Uomo Pipistrello interpretato da Christian Bale (Batman Begins è del 2005, Il cavaliere oscuro del 2008 e Il cavaliere oscuro – Il ritorno del 2012), Michael Caine nei panni del maggiordomo Alfred e Morgan Freeman, Liam Neeson e Cillian Murphy fra i malvagi. Nel film del 2008 Joker è interpretato da Heath Ledger, che morirà a soli 29 anni appena finite le riprese e vincerà un Oscar postumo.

Anche Ben Affleck ha interpretato Batman (un eroe adulto, appesantito, con sfumature quasi ossessive) nel cd. DC Extended Universe, in Batman versus Superman e nel recente Justice League di Zach Snyder. Si parlava dell’attore per il nuovo film diretto da Matt Reeves, già regista del reboot del Pianeta delle Scimmie: ma Affleck ha svelato poche settimane fa che non tornerà sul set, e a Hollywood c’è molta curiosità per scoprire chi vestirà gli attillati panni dell’Uomo Pipistrello nel cinecomic. Grande attesa anche per verificare chi sarà il villain principale, dato che negli anni i creatori e sviluppatori di Batman hanno dato vita a una galleria di cattivi straordinaria, dal Pinguino a Due Facce, dall’Enigmista a Mr. Freeze, da Bane a Poison Ivy (sul grande schermo una indimenticabile Uma Thurman). Il Joker e il Cappellaio Matto sono entrambi ispirati ad Alice nel Paese delle Meraviglie (il ghigno sfregiato del primo è quello dello Stregatto), libro preferito del piccolo Bruce.

COMPLEANNO IN MOSTRA

Tra le mostre in programma nel 2019 una si è tenuta a Roma, in col­laborazione con Warner Bros Italia: è stata inserita nella fiera del fu­metto Romics e trattava anche del rapporto tra Batman e il nostro Paese. Tra i curatori c’è Riccardo Corbò, giornalista, esperto e critico di fumetti, che spiega così il duraturo succes­so dell’Uomo Pipistrello: «Batman è un vettore. Certo, è anche il Cavaliere Oscuro, il Crociato Incappucciato, il più grande de­tective del mondo, il Pipistrello. Ma è soprattutto un vettore. Al suo debutto porta nella modernità fumettistica gli eroi dei ro­manzi pulp, le creature della notte dei miti popolari e gli acro­bati circensi, negli anni 40 incarna il desiderio di giustizia ame­ricano, gli anni 50 lo vedono travolto dal maccartismo e dalla moda della fantascienza, gli anni 60 lo rendono una icona cult della tv, negli anni 70 rispecchia l’angoscia americana dei serial killer e della violenza urbana. Diventa un diretto antagonista dell’edonismo reaganiano, negli anni 80. Negli anni 90», prose­gue, «non ha come nemici solo buffe bande di scagnozzi, ma il mondo dell’alta finanza e della politica. Nel XXI secolo il bat­segnale risplende sul grande schermo dei kolossal d’autore e nei videogiochi, diventando definitivamente una creatura mul­timediale. I suoi pochi, semplici ingredienti, funzionano dal­la sua origine a oggi: è un super eroe del bene, ci ispira a stare con i buoni, dalla parte della giustizia, ma è anche una creatura della notte, esalta il lato oscuro di ognuno di noi, blandisce la nostra sopita voglia di peccato e di libertà di poter fare quello che vogliamo, irriconoscibili dietro una maschera. Batman ha successo perché siamo noi, Batman».

Nel 2018 anche un “collega” dell’Uomo Pipistrello ha compiu­to 80 anni: Superman e Batman non potrebbero essere più di­versi, uno è un alieno e l’altro è profondamente umano. Per usare le parole di Bruce Wayne: «In fondo, Clark è essenzial­mente una brava persona… e, in fondo, io no». E se è lui a so­stenerlo, possiamo crederci.

Credits Images:

© Warner Bros