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Lifestyle

Pietro Apicella. In campo aperto

Intervista al presidente e a.d. dello Chervò Golf & Resort San Vigilio (BS)

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Presidente, che anno è quello che si avvia alla conclusione? Certamente molto buono, in crescita rispetto al 2013, con tanti stranieri e, altro motivo di soddisfazione, il ritorno degli Italiani. Da un punto di vista strettamente golfistico, il risultato di circa 50 mila giri di golf raggiunto lo scorso anno verrà ampiamente superato.

Qual è la chiave di questi risultati?Abbiamo investito molto in comunicazione all’estero, anche con eventi che ci hanno consentito di presentarci direttamente su nuovi mercati. E i riscontri ci stanno dando ragione. La nostra è una struttura a 360°, puntiamo a dare risposte alle esigenze di chi, golfista, è anche protagonista di un turismo moderno. Il territorio in cui siamo inseriti unitamente a un’importante struttura di accoglienza sono gli elementi fondamentali della nostra proposta: dai prodotti tipici al wellness e ai campi, fino alle navette per ricevere gli ospiti nei vari aeroporti e condurli comodamente da noi. Si tratta di un approccio internazionale di un’azienda strutturata e dinamica, veloce nell’individuare e nel saper prendere le decisioni in relazione all’evoluzione della domanda degli utenti del settore. Per competere e cogliere le occasioni bisogna muoversi per primi, aprendosi verso nuovi mercati dove presentare le nostre tante opzioni.

Come si compone il conto economico del club?La nostra impostazione è tipicamente pay and play, il nostro core business. Abbiamo poi i soci, le gare e i clienti dell’albergo. Un’altra componente è sicuramente quella del relais con appartamenti sia in acquisto (da cui abbiamo ottenuto ottimi risultati) che in affitto, a completare la ricettività dell’hotel.

Il clima dà una mano… La prossimità del Lago di Garda ci regala condizioni favorevoli. Il clima, però, non può fare tutto da solo. Così, con l’obiettivo di essere un resort utilizzabile tutto l’anno, in grado di intercettare i vari interessi dei clienti, offriamo possibilità per le aziende, ma anche l’organizzazione di eventi personali, pensando ai giovani e a nuove fasce di clienti. A breve, in linea con questo concetto, avremo anche tre piscine invernali.

In altri Paesi ci si è mossi sulla via della collaborazione tra club. Il concetto vincente per competere a livello internazionale e aumentare l’attrattività è quello di “destinazione golfistica” e non più di singolo campo. L’accordo tra gli 11 circoli della zona, di assoluta eccellenza e distanti solo una ventina di minuti, ci ha portato a costituire il consorzio del Lago di Garda di cui sono il presidente (in progetto anche una card con agevolazioni per chi vuole giocare e muoversi in quest’area). Questi territori, sulle direttrici Dolomiti-Firenze e Venezia-Milano, facilmente raggiungibili anche grazie ai molti aeroporti vicini, propongono storia, enogastronomia d’eccellenza, le attrazioni più diverse – dall’Arena di Verona alla possibilità di praticare tutti gli sport – e, volendo, lo shopping milanese. Il golf è turismo di livello che porta lavoro per tutti e sfrutta tutto ciò che il territorio offre. Favorisce anche la fidelizzazione di chi, trovandosi bene, ritorna anche più volte nell’anno e, andandosene, porta con sé prodotti e sapori di queste terre. In un certo senso, si potrebbe dire che più che le buche presentiamo il territorio.

Come rilanciare la pratica in Italia? Liberalizzazione e servizio al cliente: sono questi i due concetti cardine. Il circolo chiuso non può più essere il futuro. All’estero, i soci sono al massimo il 30%. Seguire i circuiti di gare e conoscere nuovi campi è la richiesta crescente, ma se uno paga la quota fissa non si muove dovendo sostenere poi il costo anche del green fee. I nostri soci condividono questa filosofia orientata verso i giocatori esterni, che sono i benvenuti, e che porta a trovarsi in team con persone provenienti da tutto il mondo. Da un altro lato è fondamentale il servizio, con stile e immagine più professionali, e un approccio che definirei “alberghiero”, in cui il golfista è visto come cliente e assistito in tutte le sue esigenze. Il paradosso è che un Paese turistico come l’Italia non sia visto come meta golfistica. L’ospite straniero cerca il prodotto e il sistema italiano con le sue migliori e più tipiche caratteristiche, ma spesso nel golf non riesce a trovarli. In questo, preparazione e formazione dei circoli e di chi vi opera sono decisive. Ecco la direzione su cui lavorare.

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In riva al lago - Anno record con più di 50 mila giri sul percorso bresciano. Merito anche del consorzio Lago di Garda di cui Apicella è presidente