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Tassa di circolazione: l’odiatissimo bollo auto resta sempre in pista

È un appuntamento fisso che i proprietari di automobili e moto hanno una volta l’anno. Imposta nel 1953, dal 1999 è un tributo regionale

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Un tempo era chiamata tassa di circolazione, poi il nome è cambiato in tassa automobilistica, per rendere ancora più chiaro il concetto che a essere tassata fosse la proprietà dell’auto e non la circolazione di quest’ultima. Insomma, la doveva pagare anche chi lasciava la propria macchina in garage. Qualunque nome ufficiale abbia, la sostanza non cambia: stiamo parlando del bollo auto.

Tassa di circolazione: una lunga storia “d’amore”

Si tratta di un tributo locale, più precisamente regionale ma non da sempre: la sua origine, infatti, risale al 1953, quando fu emanato il Decreto del Presidente della Repubblica numero 39, del febbraio 1953, il cosiddetto testo unico sulle tasse automobilistiche. Al tempo le regioni non c’erano ancora. È dal primo gennaio 1999 che la competenze su queste tasse passa dal ministero delle Finanze alle regioni. Una delle conseguenze più evidenti, per i proprietari, è che non è più necessario esporre il bollo sul parabrezza o esibirlo davanti ad agenti della Guardia di Finanza o della Polizia.

La tassa è annuale, cioè va pagata una volta all’anno, anche dai proprietari di moto con una cilindrata superiore ai 125 kw. L’importo varia a seconda della potenza e della classe ambientale dell’auto o della moto ma anche a seconda della regione di residenza del proprietario. Nel complesso, il bollo porta nelle casse delle amministrazioni regionali qualcosa come 5 miliardi di euro all’anno.

Tassa di circolazione: quando pagarla

Ma quando va pagata questa tassa? Il primo bollo, quello di un’auto appena immatricolata, va pagato entro la fine del mese in cui è stata acquistata e registrata, a meno che l’acquisto non sia venuto negli ultimi dieci giorni del mese; in questo caso la scadenza slitta a quello successivo. Se compro un’auto ad agosto, devo pagare la tassa automobilistica entro la fine del mese, e sarò a posto fino all’agosto dell’anno successivo.

Maggiore potenza, maggiore esborso: il superbollo

La tassa automobilistica si paga nel mese successivo alla sua scadenza: uno che scada a dicembre andrà pagato entro il 31 gennaio. Vale il principio che auto particolarmente inquinanti siano soggette a una tassa più onerosa, il cosiddetto superbollo. Il suo nome ufficiale è addizionale erariale sulle tasse automobilistiche. È stato introdotto nel 1976, eliminato nel 1987 e reintrodotto nel 2011.

Il decreto legge numero 98 del luglio 2011 stabiliva che si dovessero pagare 10 euro per veicoli, adibiti al trasporto di cose o persone, superiore ai 225 cavalli. A dicembre, un nuovo decreto abbassava la soglia discrimine a 185 cavalli e aumentava l’importo dovuto, prevedendo che si dovessero pagare 20 euro per ogni cavallo in più rispetto alla soglia limite. Va detto che il superbollo col tempo si riduce: dopo 5 anni, scende al 60% dell’importo originario, dopo 10 al 30% e dopo 15 al 15%. Dopo 20 anni, è praticamente estinto.

Bollo auto: chi può beneficiare di esenzioni o sconti?

Ci sono poi categorie di auto esentate dal pagamento del bollo. Per esempio coloro che abbiano una limitata riduzione delle capacità motorie e siano intestatari di auto modificate per consentire loro la guida. La loro disabilità deve essere riconosciuta dalla Commissione medica pubblica.

Non pagano il bollo per cinque anni i proprietari di auto elettriche mentre godono di uno sconto, che può essere molto significativo (fino al 75%) coloro che possiedano veicoli a GPL o a metano, mentre le macchine a doppia alimentazione non godono di incentivi.

Sono esentate dalla tassa automobilistica le auto storiche e di interesse collezionistico, cosa diversa da quelle d’epoca, che risultino iscritte in alcuni specifici registri (uno, per esempio è quello dell’Asi, l’Automotoclub storico italiano). Questi mezzi però, se portati in strada, sono soggetti a una tassa di circolazione.

Tutti i veicoli, auto e moto, risultano esenti dal pagamento del bollo passati 30 anni dalla prima immatricolazione. Come nel caso delle auto storiche, resta da pagare la tassa di circolazione.