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Gusto

Tempo di vendemmia

Prima si inizia con le uve bianche, poi quelle nere. C’è chi la fa di notte e chi sotto il sole di fine settembre. In ogni caso la raccolta dell’uva è una festa imperdibile

Da sempre il lavoro dei campi scandisce quello degli uomini ma c’è un periodo magico e terribile al tempo stesso, che ogni anno coinvolge energie forza e passione degli uomini del vino, ovvero la vendemmia. E proprio dalla gioia e dalla fatica di questi giorni nascono momenti di festa ed euforia che in qualche modo possiamo condividere anche noi, che a malapena sappiamo tenere in mano un paio di forbici. Sì, perché per potare l’uva si usano proprio le forbici…

Perchè festeggiare la vendemmia

Dopo l’estate e il caldo di agosto, dai primi di settembre partono le varie sessioni di raccolta e la vendemmia vera e propria. Che per i vini di qualità è sempre e comunque a mano perché è il solo modo, garantito dall’occhio esperto del raccoglitore, che abbiamo per scegliere i grappoli più sani e maturi, capaci di dare un grande vino. Nessun sistema meccanizzato può uguagliare l’occhio umano e l’esperienza del viticoltore e dei suoi fidati vendemmiatori. In Francia nei grandi castelli del Bordolese è una professione che si tramanda di padre in figlio con centinaia di persone che si tengono pronte in periodo di vendemmia per recarsi con pochissimo preavviso nello Chateau (la “villa”, più spesso una semplice costruzione in mezzo ai vigneti) a raccogliere le uve. E potete immaginare i costi sostenuti dalle aziende per ospitare decine di vendemmiatori per tutta la durata della vendemmia. In genere si tratta di pochi giorni, due o tre al massimo, per tenute anche di grandi dimensioni, perché l’uva va raccolta al punto giusto, quando gli zuccheri sono al massimo ma l’acidità (essenziale per un vino bevibile e fresco) non è scesa troppo. Di qui l’esigenza di avere un grande numero di persone per il più breve tempo possibile. Situazione ancora più pressante quando si fa un vino passito o muffato (cioè ottenuto da uve attaccate dalla muffa Bothrys cinerea che donerà poi profumi e sentori particolarissimi al vino) dove le uve vengono raccolte anche in decine di giorni differenti perchè quasi ogni grappolo ha una maturazione differente da quelli vicini. Non facciamo per niente fatica a pensare che una volta che il lavoro del campo giunge in cantina, con le uve che diventano mosto e poi vino nelle vasche di cemento e nelle botti, ci sia tanta voglia di rilassarsi e godersi un minimo di ricompensa per il lavoro svolto. Poi, ovvio che queste feste sono anche un grande business. Ma è un business che può esser sfruttato per visitare luoghi del vino in tutta la loro vitalità e passione.

Italia: dove come quando

Purtroppo a settembre è ormai tardi per assistere o partecipare alle spettacolari vendemmie agostane in notturna siciliane, diventate ormai fenomeno mediatico e di costume, ma “inventate” da Donnafugata nel 1998. Notturne perchè le uve devono arrivare in cantina a temperature non elevatissime per non pregiudicare il processo di fermentazione e quindi solo di notte il sole rovente del Meridione dà una tregua ai filari. Ma se siete a godervi la Sicilia di settembre, intorno alla metà del mese potete godervi la festa “Sagra dell’uva e del vino” a San Giuseppe Jato (Pa) con carretti siciliani e carri di contadini ricolmi di uva. Sempre a Sud una delle regioni più importanti italiane dal punto di vista produttivo è la Puglia e anche qui non mancano occasioni di festa come nel Salento con la “Sagra della Pagnotta e del vino”, a Galatone, e la Festa te lu Mieru a Carpignano Salentino (Le), con tre giorni di balli, musiche e ovviamente ottimo vino e cibo di mare e di terra. Novità di quest’anno la possibilità di andare a vendemmiare in Toscana, girare in fuoristrada tra i vigneti e le aziende agricole proprio tra metà settembre e metà ottobre con una serie di escursioni di mezza giornata o di un giorno intero, fermandosi dove avviene la raccolta dell’uva e nelle cantine. Si può noleggiare un fuoristrada o usare la propria auto per seguire la guida. Capofila in questa iniziativa la sempre intraprendente Donatella Cinelli Colombini, dalla cui tenuta Del Colle di Trequanda partono alcune delle escursioni possibili. Rispetto ad altre proposte simili, questa permette davvero di partecipare alla raccolta dell’uva e fare assaggi nelle cantine durante la lavorazione. Tra le feste vere e proprie in Toscana vale la pena ricordare la più frequentata e famosa, ovvero quella di Greve in Chianti, a 20 minuti da Firenze, con il secondo fine settimana di settembre dedicato a una completissima rassegna del Chianti Classico (anche senese ovviamente!) per le vie del paese. Al Nord, appuntamento dal 7 al 9 settembre con il Forum Spumanti d’Italia a Conegliano – città il cui nome è presente nella futura Docg Prosecco, in provincia di Treviso – con serate di degustazione in città e borghi vicini con intrattenimento, mercatini con prodotti tipici. E visto che siamo in tema di bollicine, a fine settembre si svolge a Erbusco (Bs) il Festival della Franciacorta con la sua Caccia al Tesoro (19-21 settembre) durante la quale è possibile non solo visitare le aziende ma partecipare a tutta una serie di iniziative per scoprire il territorio. Per esempio un giro in bicicletta con l’azienda Il Mosnel per conoscere le particolarità geologiche che rendono possibile produrre spumanti di questa qualità o cenare al locale di Andy Luotto presso l’azienda Lo Sparviere imparando “L’arte di bere in Franciacorta”. Per i più tecnici e con un pò di preparazione, Contadi Castaldi organizza ogni anno “A scuola di cuvèe”, ovvero una gara a squadra per realizzare un vino base adatto a essere spumantizzato (e quindi diventare un Franciacorta Docg) a partire da una serie di campioni provenienti da diverse zone della Franciacorta: una specie di gioco al “piccolo enologo” che ogni anno coinvolge sempre più persone.

Francia, Parigi e le fêtes des vendanges

Non che in Francia sia difficile trovare un vigneto o una cittadella con una festa della vendemmia ma certo può stupire che anche a Parigi venga fatta una vendemmia! La cosa non deve suonare strana se si pensa che almeno prima del 1900 (ovvero prima della fillossera, l’insetto che distrusse tutto il vigneto europeo alla fine del XIX secolo) c’erano a Parigi migliaia di ettari di vigneto suddivisi tra i vari comuni della capitale ciascuno con la propria produzione. E anche un certo blasone sul mercato! Il primo, e tuttora unico, vero vigneto parigino (di 0,15 ettari) è stato rivisto nel 1929 quando il pittore Poulbot con un gruppo di amici aveva comprato un appezzamento sulla collina di Montmartre. L’esempio di Poulbot spinse il Comune a prendersi cura del vigneto e da allora ogni anno a Parigi si vendemmia e produce del vino (curato dagli enologi più famosi francesi e internazionali). È ottenuto da Gamay Pinot Nero (due tipiche varietà della Borgogna), con una produzione limitatissima (poco meno di 1.500 bottiglie l’anno), viene venduto a un’asta e il prezzo si aggira attorno ai 50 euro a bottiglia,spesso in casse da 6 decorate da artisti e pittori internazionali. I festeggiamenti durano tre giorni, il tutto a cura di alcune confraternite come la “Commenda della vigna di Montmartre”. Per feste più tradizionali la meta più interessante intorno a Bordeaux, la capitale francese e mondiale del vino, è nel bellissimo paesino di St Emilion, appellation che comprende il mitico vigneto di Cheval Blanc. Qui a metà settembre (il 12 quest’anno) si assiste al tradizionale annuncio dell’inizio della vendemmia in pubblico con costumi d’epoca (il cosidetto “Ban des Vendanges-Jurade de Saint-Emilion” ). In passato infatti il momento della vendemmia era quasi sempre deciso per legge e coperto da apposito editto comunale con pene anche severe per chi fosse trovato con un grappolo di uva in mano prima della data stabilita dal municipio locale. Grandi concerti e danze per le strade dei paesi. È anche possibile assaggiare il “vin bourru” ovvero il vino appena svinato, ancora pieno di lieviti e in parte di anidride carbonica, quindi leggermente frizzante e dolciastro. Abbinamenti d’obbligo con salumi e soprattutto formaggi locali.

Vienna e gli Heurigen…non solo a settembre!

La zona che guarda il monte Kahlenberg dà vini bianchi leggeri e fruttati, soprattutto dal vitigno tipico austriaco gruner veltliner, mentre Bisenberg, più a nord-est, produce vini bianchi più complessi e profondi, da uve riesling e chardonnay. Per assaggiare questi vini la tappa d’obbligo sono gli heurigen, sorta di wine bar ante litteram, l’equivalente del caffè londinese ma con vino al posto del caffè e una grande varietà di spuntini salati con speck, wurstel e formaggio per pranzare o cenare degustando il vino “di questo anno”, che è la traduzione del termine heurigen, che da aggettivo per indicare il vino nuovo è diventato nome di un tipo di locale. Particolarmente rinomate sono le heurigen dal quartiere di Grinzing, una specie di piccolo villaggio nella periferia della città. E se ci andate non vi scandalizzate se vi servono il vino mescolato ad acqua! Da noi sembrerà un’eresia, ma a Vienna si chiama gespritzt ed è una delle consumazioni più frequenti durante tutto l’anno.

Germania: Neustadt, vin dolce e torta di cipolle

Nei supermercati tedeschi verso metà agosto cominciano ad apparire delle bottiglie da 1lt con del vino bianco e rosso e accanto la promozione per l’acquisto di una torta alle cipolle (flammkuchen). Niente di strano e inspiegabile: la torta alle cipolle è un pretesto per assaggiare il vino nuovo, anzi quasi solo mosto, ovvero succo d’uva giunto a metà fermentazione, dolce perchè non tutto lo zucchero presente nell’uva è stato trasformato in alcool. Le bottiglie sono legate spesso con uno spago che trattiene il tappo, che potrebbe saltare per effetto delle fermentazioni in bottiglia, le quali possono accadere se la temperatura di conservazione di queste bottiglie non è ottimale. La vendemmia in Germania (in prevalenza vini bianchi da uve riesling e mueller thurgau) avviene qualche giorno prima che in Italia e Francia e già dai primi di settembre ci sono feste come quella a Briedel (4-6 Settembre), paesino della Mosella, regione famosa per i vigneti impervi scoscesi a strapiombo sul fiume. Più tardi, dall’11 al 19 settembre, c’è il grande spettacolo di Oberwesel nella regne del Mittelrhein con fuochi d’artificio che incendiano il Reno e molti spettacoli musicali. Nel Palatinato, a Neustadt, si svolge una delle feste più antiche (dal 1909) e grandi che dura ben 10 giorni (dal 2 al 12 ottobre): uno dei momenti più attesi ogni anno è l’elezione della Weinkonegin ovvero la “regina del vino” della Germania e del Palatinato. Oltre a visitare il villaggio del vino con le sue casette di legno la musica, le specialità culinarie, il luna park, nella piazza Hetzelplatz (davanti all’ufficio di turismo) è possibile degustare vino dai vari villaggi di Neustadt, ma anche dalle 13 regioni vinicole tedesche mentre si ascolta jazz. Gran finale per la seconda domenica di ottobre, quando tra le vie della città scorre la parata di carri sul tema vino con musicanti, gruppi in costumi storici, evento che ogni anno richiama più di 150 mila visitatori! A chiusura gli immancabili fuochi d’artificio, stavolta con le luci che spuntano fuori dalle colline piantante a riesling…