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Lavoro

Smart working: come deve comunicare un manager?

L’emergenza coronavirus ha portato molti team a lavorare da remoto. Come comunicare con i propri collaboratori in modo efficace, anche se non di persona? La tecnologia aiuta, ma è fondamentale conoscere i modi che meglio si adattano a ognuno

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Sono ormai 8 milioni gli italiani che lavorano da remoto. Solo poche settimane fa, prima delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria Covid-19, erano solo 570 mila. Questa epidemia ha rivoluzionato per molti gli spazi di lavoro e i tempi di una vita finora scandita nel minimo dettaglio. Uffici, redazioni, dipartimenti e team di lavoro si ritrovano, senza troppi preparativi, a lavorare da remoto con altrettanti i manager che in questi giorni devono coordinare le attività a distanza. “L’interazione virtuale e mediata richiede a tutti noi, ma in particolar modo ai responsabili dei gruppi di lavoro, di ricalibrare il proprio approccio e soprattutto il proprio stile comunicativo”, sottolinea Fabio Musumeci, Senior Consultant e responsabile dell’area People Development di Odm Consulting. Ma qual è il più adatto? Per rispondere a questa domanda la società di consulenza Hr di Gi Group ha analizzato due indicatori fondamentali per la gestione efficace delle modalità di lavoro in remoto: l’intelligenza emotiva, particolarmente importante in un momento che richiede una consapevolezza di sé più consistente, e lo stile relazionale e comunicativo tra manager e collaboratori. A questo proposito è possibile osservare quattro stili comunicativi, che contraddistinguono ognuno di noi, a seconda della caratteristica che risulta predominante:

  1. Dominanza: preferisce le conversazioni brevi. È spesso coinvolto in diverse attivitàcontemporaneamente e ha una visione d’insieme essendo focalizzato sul risultato più che sulle attività e le fasi intermedie.

  2. Coscienziosità: si concentra sui fatti e sui dettagli, tralasciando un po’ la visione d’insieme. Ètipicamente avverso al conflitto risultando spesso assertivo nella propria area di specializzazione.

  3. Stabilità: apprezza focalizzarsi su persone e relazioni. Di solito infatti è un buon ascoltatore tanto da essere generalmente più propenso a considerare i bisogni altrui.

  4. Influenza: è una persona energica, che parla velocemente e ama raccontare e raccontarsi agli altri. Apprezza parlare di nuove idee e intuizioni e predilige la comunicazione verbale.

Secondo Musumeci, conoscere stile relazionale e comunicativo, proprio e altrui, aiuta i manager non solo a coinvolgere le persone, ma anche a prevenire lo stress da lavoro per coloro che, ad esempio, potrebbero faticare a gestire l’equilibrio vita-lavoro, o che potrebbero soffrire maggiormente un senso di isolamento o le nuove dinamiche relazionali. Ogni persona manifesta una preferenza di stile comunicativa, compito del suo interlocutore, in questo caso del manager, è di individuare questa preferenza e adattare a questa il proprio stile comunicativo e anche i mezzi tecnologici da utilizzare. In particolare:

  • Dominanza: preferiscono aggiornamenti regolari e veloci, sia scritti sia orali. Chiedete loro che cosa potete fare per aiutarli a portare a termine i risultati.

  • Coscienziosità: necessitano di aggiornamenti dettagliati e di materiale al di là degli allineamenti effettuati. Assicuratevi quindi che abbiano a disposizione più informazioni possibili per svolgere le attività che avete loro assegnato.

  • Stabilità: apprezzano un piano strutturato e periodico di aggiornamenti, in stile “face to face”. Dedicate loro del tempo e mostrate interesse su come stanno organizzando il lavoro e sul tipo di supporto necessitano dagli altri membri del team.

  • Influenza: apprezzano effettuare call e video call per interagire il più possibile. Date loro il tempo di parlare delle loro attività e dei progetti: devono avere lo spazio per esprimere verbalmente le loro idee

“La comunicazione in un contesto virtuale, come quello che stiamo vivendo, assume un peso specifico maggiore”, conclude Musumeci. “La mancanza di altre componenti, come ad esempio il linguaggio del corpo e la mimica facciale, richiedono di porre maggior attenzione e di rapportarci con ognuno in modo personalizzato. Quando si è identificato lo stile comunicativo preferito di una persona è più facile esplorare come sia possibile modulare il proprio stile di comunicazione per avere il miglior impatto. Ciò significa riuscire a definire come sarà meglio comunicare (e anche con quale strumento) e relazionarsi con i propri colleghi o collaboratori, anche e soprattutto da remoto”.

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Image by Gerd Altmann from Pixabay