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Lavoro

Quote rosa? Il 64% dei lavoratori italiani dice sì

Cultura d’impresa ancora arretrata, serve una legge che favorisca la presenza femminile in azienda: le risposte al Randstad WorkMonitor di chi lavora in Italia, Paese al quartultimo posto per impulso aziendale alla promozione della leadership femminile

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L’Italia è all’87° posto nel mondo (su 135 Paesi) per partecipazione femminile alla forza lavoro e al 126° per uguaglianza di salario a parità di occupazione secondo il “The Global Gender Gap Report 2012” (World Economic Forum). E la situazione pesa sulle donne, scoraggiate nella battaglia per l’emancipazione professionale: nonostante siano più attive nella ricerca di un’altra occupazione (12%, contro il 9% degli uomini), solo il 54% delle lavoratrici italiane ambisce ad una promozione che le porti a livelli manageriali e il 13% ha paura di perdere l’impiego (contro il 9% degli uomini).L’arretratezza del mondo del lavoro in Italia non è quindi certo una novità. La grande consapevolezza in merito degli italiani è però degna di nota: il 69% dei lavoratori italiani denuncia per le donne maggiori difficoltà rispetto agli uomini nell’accedere a posizioni di comando e solo il 41% ritiene che nella propria azienda siano esortate ad ambire a posizioni di leadership. L’ottima reputazione dell’universo femminile è quindi diffusa: otto intervistati su dieci (82%) confermano che l’apporto femminile è indispensabile per costruire un team di lavoro di qualità. Da quanto emerge dal Randstad WorkMonitor – l’indagine sul mondo del lavoro condotta nel primo trimestre 2013 in 32 Paesi di quattro diversi continenti – in Italia, infatti, i lavoratori giudicano le donne più adatte rispetto agli uomini al ruolo di dirigente d’azienda, con una percentuale del 41% superiore sia alla media europea sia a quella degli Paesi consultati.Ancora più chiara la visione delle stesse donne: si sentono più preparare alla leadership di quanto le giudichino i colleghi (46% contro il 36% degli uomini), denunciano una maggiore difficoltà di accesso a posizioni di comando (75 rispetto al 63%) e si sentono più discriminate sul piano retributivo a parità di mansioni (36% contro 27%). A risolvere la discriminazione di genere nella leadership, gli italiani invocano quindi la legge: per il 64% dei lavoratori italiani servono le quote rosa.