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Lavoro

Pandemia e recessione: sei priorità per i Ceo

I consigli degli esperti di Bain & Company per vertici dei vari settori economici e industriali

L’emergenza sanitaria e umanitaria globale mette top manager e imprenditori nella posizione di dover prendere decisioni importanti, spesso difficili e dolorose, ma indispensabili. L’atteggiamento “wait & see” non solo non paga, ma può rilevarsi estremamente dannoso. Ma come procedere per prendere i giusti provvedimenti in un momento così incerto? Già, perché questa è una crisi diversa da qualsiasi altra vissuta in passato e non esistono approcci di crisis management che possano essere usati come benchmark. In questo contesto, infatti, diversi sono i fattori che impongono alle aziende di reagire molto velocemente: estrema difficoltà di previsione, impatto sui ricavi che probabilmente influenzerà la liquidità, ripresa lenta con una successione di diversi trimestri di bassi ricavi, dipendenti e consumatori cauti e timorosi, ma per cui comunque molte abitudini di consumo cambieranno.

Secondo gli esperti di Bain & Company, andrebbero intraprese subito tre azioni in parallelo:

  1. Lanciare una Wake up call, affinché il management sia allineato e al corrente dello scenario che si prospetta;

  2. Individuare un senior team da war room per gestire da subito gli effetti della crisi

  3. Tradurre i macro-scenari in piani operativi che siano attuabili in breve tempo.

Le sei priorità su cui concentrarsi

Sempre per aiutare i Ceo ad agire al meglio, la società di consulenza ha individuato quelle che dovrebbero essere le loro sei priorità:

  1. Proteggere gli stakeholder, dipendenti e clienti, con guidelines e procedure chiare ed efficienti e indirizzarli con controllo e un’altrettanto chiara e diretta comunicazione;

  2. Lavorare sulla propria esposizione e fare stress test su P&L e liquidità

  3. Attuare azioni difensive sul fronte del calo dei ricavi, concentrandosi su loyalty e retention dei clienti e preparandosi a compensare le mancate entrate dei segmenti di business più esposti;

  4. Stabilizzare la supply chain, per rispondere ad eventuali interruzioni legate ad aspetti geografici o alla forza lavoro;

  5. Pianificare azioni di riduzione di costi per salvaguardare la liquidità;

  6. Giocare d’attacco per battere la concorrenza, essendo pronti alla ripresa e al mutato comportamento d’acquisto dei consumatori.

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay