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Lavoro

Lavorare con il cuore

Puntare sulle risorse umane è un investimento e non una spesa. Ecco perché non se ne può fare a meno neppure in periodi di crisi. Parola di Gianluca Santarelli, amministratore unico di Eureka!

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Il business è una “questione di cuore”, a maggior ragione quando si parla di formazione e consulenza nella gestione e organizzazione delle risorse umane. È questa la visione di Gianluca Santarelli, amministratore unico della società Eureka! Servizi, nata nel 1999 con all’attivo clienti come Ing Direct, Bmw, Fnac, Edison, CheBanca!, L’Orèal, Cdc, Ratiopharm, Smith e Nephew, Bic e molte altre. Secondo Santarelli, infatti, un consulente lascia il segno quando trasmette passione, si impegna al raggiungimento dei risultati del cliente e si prende cura delle persone che è chiamato a formare. «Un buon professionista» spiega l’imprenditore «dispone di una grande capacità: comprende in fretta i suoi interlocutori e le situazioni in cui si trova, attinge al suo bagaglio di conoscenze e utilizza le competenze adeguate al contesto. È sua responsabilità stimolare l’interlocutore nel cercare una risposta, nel ragionare insieme sulle opzioni possibili prima e confrontarsi sulle verifiche di tali opzioni poi».

L’influenza del contestoPuntare sull’ apprendimento continuo delle risorse è la strategia vincente per ogni organizzazione, le persone sono le reali protagoniste dei successi delle organizzazioni, si ottiene il massimo dell’ efficacia quando le persone che le compongono sono per prime efficaci. «Quel che vediamo spesso accadere», afferma Santarelli «è il mancato raggiungimento dei risultati aziendali, ciò deriva da problemi legati all’efficacia personale, alla fiducia e alla comunicazione tra le persone; per questo motivo lavoriamo sulle relazioni e sulla ricerca di strumenti e modelli utili allo sviluppo dell’ autostima e dell’assertività, che significa saper affermare il proprio pensiero nel rispetto degli altri scevro da imposizioni e aggressività. Ecco che un periodo di crisi, causa di perdita di equilibri preesistenti, può rivelarsi il momento opportuno per considerare nuove direzioni. Altrimenti, in fase di ripresa, non si è preparati a gestire nuove dinamiche. Se ci soffermiamo su alcuni assunti di Einstein : “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché porta progressi. (…) È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. (…) L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. (…) Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”, ci rendiamo conto che oggi un cambiamento di prospettiva se affrontato in modo corretto potrebbe rivelarsi un’opportunità di miglioramento domani. Affermazione valida in tutti i campi e settori anche nella formazione e nel coaching. In Italia, la maggior parte delle aziende è pronta a tagliare i budget destinati alla formazione e alla consulenza in corrispondenza di congiunture economiche negative, penalizzando così un investimento importante che impropriamente viene considerato in termini di spesa. È vero, anche se sono ancora in minoranza, che esistono organizzazioni gestite da persone “illuminate” che propongono modelli differenti. Confidiamo che tali modelli possano crescere in numero anche grazie all’influenza di altri Paesi Europei».

Obiettivi condivisi Gli interventi formativi e di coaching sono molto utili, tuttavia non tutti riscuotono la medesima efficacia. Perché? «I progetti che garantiscono risultati concreti e duraturi richiedono la condivisione degli obiettivi tra organizzazione e consulenti e che il rapporto tra i due non sia caratterizzato da legami spot ma si sviluppi in modo continuativo nel tempo. Quando i vertici aziendali sposano il progetto» racconta Santarelli «c’è subito grande coinvolgimento da parte di tutta l’azienda. Quando, invece, veniamo contattati solo per una sezione definita dell’organizzazione, per esempio la rete vendita o il call center, accade che il nostro operato agisca da stimolo per l’azienda. In questi casi è il cliente stesso a comprendere l’importanza dell’allineamento aziendale e ci propone di elaborare una progettualità più ampia ed estesa». Il primo requisito per l’avvio di un rapporto di collaborazione efficace è un’analisi dettagliata della situazione. «Intervistiamo la popolazione coinvolta nel processo di cambiamento o un campione significativo di questa e sulla base di questa analisi che stiliamo un contratto estremamente realistico».Ma quali sono le organizzazioni eccellenti? «Le più efficaci sono quelle che hanno raggiunto un elevato livello di interdipendenza tra i diversi settori, pur mantenendo la propria indipendenza. Sono le società in cui ciascuno è in grado di collaborare con il gruppo di lavoro in modo proattivo e non dipendente; in cui ognuno si assume la responsabilità, è dotato di capacità di problem solving e sa creare dinamiche relazionali funzionali. Le realtà più efficaci sono quelle in cui ogni singolo individuo è in grado di offrire valore aggiunto al gruppo». In questo senso anche le iniziative studiate per fare squadra, le attività outdoor oppure quelle apparentemente più ludiche, acquistano senso solo se preceduti da un lavoro propedeutico e da un buon debrifing. In tal modo danno senso all’esperienza e rendono i partecipanti in grado di comprendere le dinamiche che si attivano, i temi comportamentali, il ruolo di ciascuno, il processo di leadership e il riconoscimento di questa da parte dei collaboratori.

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Gianluca Santarelli, amministratore unico di Eureka! Servizi, società di formazione e consulenza nella gestione ed organizzazione delle risorse umane