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Lavoro

Italia, manager dimezzati in due anni

Primati negativi per la Penisola: fanalino di coda europeo con meno di quattro manager ogni 100 lavoratori (3,7%) e Paese che ha il più elevato carico fiscale e contributivo (60%) sulle retribuzioni dei dirigenti rispetto alle maggiori economie sviluppate del mondo. In aumentano chi cerca fortuna all’estero: +40% in cinque anni

L’Italia non è un Paese per manager. Può sembrare una conclusione affrettata ma è in realtà comprovata dai dati emersi da tre ricerche presentate all’assemblea 2013 dell’Associazione lombarda dirigenti aziende industriali (Aldai). A fronte di 100 lavoratori, infatti, nella Penisola ci sono meno di quattro manager: un 3,7% che – rispetto al 4,5% di Germania, 5% Spagna, 7,4% Francia e 10,8% Gran Bretagna – fa sì che il nostro Paese sia fanalino il coda europeo. Secondo le stime Aldai negli ultimi due anni i manager tricolore si sono dimezzati (passando da 1 milione e 780.000 di fine 2010 a 841.000 di fine 2012) e i dati presentati dall’associazione Federmanager segnalano che i dirigenti di aziende industriali sono 84.000, di cui l’8% sono donne, con un’età media di 49 anni, operanti per il 70% al Nord, 22% al centro, 8% al Sud e per l’80% in aziende con 2/3 dirigenti.Una ricerca di HayGroup svela poi lo stipendio annuo netto dei dirigenti, che si attesta sul 39,6% dell’esborso sostenuto dalle imprese (contro il 60% di Gran Bretagna, Spagna e Germania e il 74% degli USA) e ammonta a circa 67.903 euro (a fronte di una retribuzione lorda annua di circa 123.460 euro e un costo per l’azienda di 171.609 euro). Un paragone? In Germania, un dirigente dello stesso livello guadagna 95.229 euro all’anno, ha una retribuzione lorda di 140.394 e costa all’impresa 156.539 euro (pari a circa l’11% del costo aziendale). Se si considerano le maggiori economie sviluppate del mondo, l’Italia è quindi il Paese con il più elevato carico fiscale e contributivo (60%) sulle retribuzioni dei manager, intese come costo globale per le aziende.Di fronte a queste cifre i nostri connazionali non stanno certo a guardare: sono ormai oltre 6.000 i manager italiani che lavorano all’estero e il numero di coloro che, valigia alla mano, sono pronti a varcare il confine continua a crescere (+40% in 5 anni). Oltre tre quarti di loro lavorano in Europa occidentale, in particolare Francia, Gran Bretagna, Svizzera e Germania, ma crescono i trasferimenti in Est Europa e Oriente (6%), soprattutto in Cina e India. Più sporadica la presenza in Sudamerica (4%) e Nord America (4%). Una meta che, in tanti casi, è una scelta obbligata: Aldai stima che in provincia di Milano i dirigenti industriali senza lavoro siano ormai il 30%.