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Lavoro

Cgil, l’occupazione sale ma la qualità del lavoro peggiora

Ci sono più occupati, ma le ore lavorative sono scese. Inoltre, sono aumentati i part time e contratti a tempo determinato “involontario”

Dal mondo del lavoro arrivano ancora una volta notizie poco confortanti. Infatti, se da un lato l’occupazione è aumentata, dall’altro la qualità è diminuita. A rivelarlo uno studio realizzato dalla fondazione Di Vittorio per la Cgil, che ha messo a confronto i dati del secondo trimestre del 2019 con quelli del 2018: ebbene, il numero degli occupati è cresciuto di 283mila unità, ma insieme a esso sono cresciuti anche i part time e i contratti a tempo determinato “involontario”. Non solo: in questi mesi, sono scese le ore lavorate. Nel dettaglio, nel periodo considerato, i dipendenti full-time a tempo indeterminato sono calati di 544mila unità, gli indipendenti a tempo pieno di 581mila unità e gli indipendenti a tempo parziale di 51mila unità. Fra i lavoratori dipendenti sono saliti sia i part-time (+732mila a tempo indeterminato e +385mila a tempo determinato) sia i tempi determinati (+726mila in totale, di cui circa il 50% ricompresi nel part-time). Le ore lavorate sono scese del 5,1%, con punte del -14,1% fra gli indipendenti.