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Luce e gas, l’allarme di Confesercenti: con i rincari a rischio 90 mila imprese

L’associazione di rappresentanza di oltre 350 mila pmi italiane teme un collasso del sistema imprenditoriale in autunno. La presidente De Luise: “Servono interventi urgenti e incisivi”

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Se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas, nei prossimi 12 mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso spenderà 14.740 euro. Un aumento del 120% sulle bollette, che riguarderà anche i ristoranti e diversi alberghi (per i quali si ipotizza un aumento del +140%). È quanto afferma Confesercenti, l’associazione di rappresentanza di oltre 250 mila pmi italiane che, in vista dello scadere degli interventi di sostegno sul caro bollette adottati finora dal governo, lancia l’allarme. “Il caro bollette sta diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese, un virus che distrugge bilanci e redditività. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo, che scadranno fra settembre e ottobre”, ha dichirato la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise. “In autunno si rischia il collasso. Le bollette riducono inoltre drasticamente i budget famigliari con un conseguente crollo dei consumi”.

Per le imprese, stima ancora Confesercenti, sarà impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime alimentari, traslando sui prezzi di vendita gli interi importi. Il rischio, sottolinea l’associazione, è che il 10% delle imprese esca dal mercato, ovvero circa 90 mila imprese per un totale di 250 mila posti di lavoro.

“Occorre intervenire in maniera urgente e decisa per evitare il collasso”, aggiunge De Luise. “È necessario in prima istanza estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh), aumentare le percentuali di credito d’imposta almeno fino al doppio (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022. Al tempo stesso, bisogna mettere in campo interventi paralleli più significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita”.

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