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Aziende poco “smart”: Italia indietro nell’Intelligenza Artificiale

Solo il 56% delle grandi imprese ha avviato progetti di A.I. contro il 70% di Francia e Germania. Finanza, automotive, energia e telecomunicazioni tra i settori più in fermento

Intelligenza Artificiale ancora poco sfruttata dalle grandi imprese italiane. È, in breve, il quadro che emerge dall’Osservatorio sul tema della School of Management del Politecnico di Milano che sottolinea il fermento a livello internazionale per quel ramo della computer science che studia lo sviluppo di sistemi hardware e software dotati di abilità tipicamente umane, come l’interazione con l’ambiente, l’apprendimento e l’adattamento, il ragionamento e la pianificazione.

Intelligenza Artificiale nelle imprese italiane

L’indagine dell’ateneo milanese ha preso in esame 721 imprese e 469 casi di utilizzo di Artificial Intelligence, riferibili a 337 aziende internazionali e italiane. Dallo studio si evidenzia come in Italia solo il 56% delle grandi imprese abbia già avviato progetti in questo campo, contro il 70% delle realtà in Francia e Germania. Nel nostro Paese i progetti sono orientati prevalentemente su soluzioni di Intelligent Data Processing (il 35% dei casi) e di Virtual Assistant/Chatbot (25%), mentre sono quasi assenti le applicazioni più di nicchia, a sostegno dei processi interni delle aziende. Rispetto alle esperienze estere, aperte anche ad applicazioni sperimentali, inoltre, le imprese italiane sembrano prediligere ambiti maturi: il 52% delle soluzioni individuate è già a regime (contro il 38% a livello internazionale), mentre il 48% è ancora allo stadio di idea progettuale, di progetto pilota o in fase di implementazione. La maggior parte dei progetti di intelligenza artificiale in Italia si concentra nei settori delle banche, finanza e assicurazioni (17%), automotive (17%), energia (13%), logistica (10%) e teleecomunicazioni (10%).

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