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Inps: per pagare le pensioni servono gli immigrati

L’occupazione è in crescita, ma non basta per risolvere la crisi del sistema pensionistico italiano

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Buone notizie dal fronte lavoro. L’occupazione, infatti, continua a salire, confermando il trend degli ultimi cinque anni. Tuttavia, non si può ignorare il fatto che la crescita è dovuta in gran parte ai contratti a tempo determinato. Lo dice l’ultimo rapporto dell’Inps, secondo cui nel 2017, a fronte di una diminuzione dei lavoratori che sono riusciti a conquistare il tanto agognato posto fisso, si è assistito a un incremento di quelli alle prese con lavoretti a termine. Per quanto riguarda il discorso pensioni, il rapporto conferma che il nostro sistema attuale sta arrancando: servirà un apporto sempre maggiore degli immigrati per versare ai pensionati ciò che spetta loro. Del resto, gli italiani che invecchiano sono via via più numerosi e quello che fanno figli in netto calo. Il risultato? I soldi che arrivano dai lavoratori sono inferiori a quelli necessari per erogare le pensioni. Fra l’altro, la maggior parte sono prestazioni liquidate con il sistema retributivo, più caro e insostenibile.

Non solo pensioni

Nel suo rapporto l’Inps ha dedicato ampio spazio anche alla Gig economy e ai lavori creati dalle nuove tecnologie, raggruppandoli in tre grandi categorie: il lavoro on-demand tramite app; l’asset rental, ossia l’affitto e il noleggio di beni e proprietà; il crowdwork, cioè tutti quei professionisti disposti a svolgere una moltitudine differente di lavori, freelance, informatici, programmatori. Si tratta di professioni in crescita, che vanno inquadrate in maniera più precisa nel prossimo futuro.