MyVenice, l’ambizione globale di Giuliano Canella

L’imprenditore veneto racconta la sua visione: dal Palazzetto MyVenice a una rete di boutique hotel per portare lo stile italiano oltre i confini nazionali

MyVenice, l’ambizione globale di Giuliano Canella

Visione imprenditoriale, cultura del territorio e attenzione ai dettagli: sono questi gli ingredienti alla base di MyVenice, il progetto ideato da Giuliano Canella, imprenditore con un solido background nella grande distribuzione organizzata (Alì spa), oggi anche alla guida di una nuova avventura nell’hôtellerie di alta gamma, insieme alla figlia Eleonora.

Dalle suggestive atmosfere del Palazzetto, situato nel centro storico di Venezia, alle prospettive di espansione in Canada, Giappone e Medio Oriente, Canella racconta la sua visione di un modello ricettivo che si fa ambasciatore dell’eccellenza del made in Italy.

Lei ha una forte esperienza imprenditoriale nel mondo della Gdo, come è nata l’idea di debuttare anche nell’ hôtellerie?
Questi due mondi non sono distanti come potrebbe sembrare. Nel mio percorso nella Gdo, ho sempre dato grande rilevanza alla valorizzazione dei prodotti e delle eccellenze del territorio. Questo mi ha portato a interagire con consorzi, operatori e iniziative legate al made in Italy, anche in chiave promozionale. L’interesse verso il settore turistico è nato proprio da queste connessioni. Ho partecipato a convegni, conosciuto interlocutori istituzionali e capito che esisteva lo spazio per proporre qualcosa di diverso, radicato nella cultura italiana ma aperto a una gestione imprenditoriale moderna. Il turismo mi appassiona e, forte dell’esperienza accumulata, quando è arrivata l’opportunità di investire sul Palazzetto a Venezia ho colto al volo l’occasione.

Qual è la particolarità che contraddistingue il progetto MyVenice?
MyVenice non è un semplice brand, è un messaggio. È l’idea di un rapporto personale con Venezia e l’Italia, ma anche con tutto ciò che essa rappresenta in termini di arte, storia, gusto e artigianato. Il primo passo è stato, appunto, l’apertura del Palazzetto MyVenice, un edificio del XVI secolo trasformato in un boutique hotel dotato di un ristorante raffinato, che vuole essere anche un luogo d’incontro per l’imprenditoria locale e internazionale. Lì abbiamo dato forma concreta alla nostra visione. Ogni dettaglio racconta una storia di eccellenza, cura e ricerca estetica per creare esperienze immersive in cui l’ospite possa toccare con mano il meglio del design, della produzione artistica, culturale e culinaria italiana.

L’obiettivo è creare un circuito globale che faccia vivere l’esperienza di Venezia e dell’Italia anche lontano dai confini nazionali. Quali saranno i prossimi passi?
Intendiamo espanderci rapidamente all’estero attraverso società partecipate o in franchising, con aperture previste entro due anni a Toronto, in Arabia Saudita e in Giappone. Si tratta di location individuate non solo per il loro potenziale turistico, ma anche grazie a contatti diretti con investitori già operativi sul mercato. Ogni struttura sarà calata nel contesto locale, pur mantenendo gli standard estetici, culturali e qualitativi del nostro format. In Arabia, ad esempio, il vino non potrà essere parte dell’offerta, mentre abbiamo già attivato collaborazioni con aziende venete per prodotti più adatti al contesto, come eccellenze di abbigliamento, calzaturificio e altre espressioni del miglior Made in Italy.

Lei ha dichiarato: «Chi apre un MyVenice all’estero non importa semplicemente un marchio, ma si fa ambasciatore dell’eccellenza italiana a 360 gradi». Come garantirete coerenza e qualità?
Il nostro catalogo di eccellenze italiane – dall’artigianato ai prodotti di design, dall’ospitalità alla gastronomia – è il cuore pulsante del progetto. Ogni nuova apertura dovrà rispettare questi valori. Inoltre, per garantire un impatto autentico, il nostro team supporterà localmente la messa in opera delle strutture, mantenendone il Dna italiano anche all’estero.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata