Il colosso cinese Temu, piattaforma di e-commerce che ha conquistato il mercato europeo con prezzi ultra competitivi, è finito al centro di un’inchiesta della Commissione europea. L’esecutivo Ue contesta alla società la violazione degli obblighi previsti dal Digital Services Act (Dsa), secondo cui avrebbe dovuto valutare il rischio di vendita di prodotti illegali sul proprio marketplace.
Dall’istruttoria preliminare, condotta anche con acquisti anonimi in modalità mystery shopping, sono emerse numerose irregolarità. In particolare, la presenza di articoli non conformi alle normative europee, tra cui giocattoli e dispositivi elettronici. La multa, se le accuse verranno confermate, potrebbe arrivare fino al 6% del fatturato globale, una cifra che per Temu equivale a circa 430 milioni di euro.
Le accuse e la difesa
Secondo la Commissione, la valutazione dei rischi effettuata da Temu nel 2024 è risultata troppo generica e le misure adottate sono state considerate inefficaci. L’indagine aperta lo scorso ottobre mira anche a verificare altre possibili violazioni, come l’uso di interfacce che incentivano comportamenti compulsivi e la scarsa trasparenza sui sistemi di raccomandazione dei prodotti.
Temu ha replicato con una breve nota, assicurando che “continuerà a collaborare pienamente con la Commissione europea” e ha sottolineato di essere entrata nell’Inta, il comitato internazionale anti-contraffazione, come membro corporate. L’azienda rivendica inoltre gli sforzi fatti dalla sua fondazione nel 2022 per tutelare la proprietà intellettuale e garantire un’esperienza di acquisto sicura: monitoraggio algoritmico 24 ore su 24, controlli manuali, formazione per i venditori e strumenti dedicati alla protezione dei marchi.
L’indagine europea proseguirà con l’esame degli elementi di difesa che Temu potrà fornire a Bruxelles. Solo al termine del procedimento la Commissione deciderà se infliggere o meno la sanzione multimilionaria e quali eventuali correttivi imporre al colosso cinese.
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