L’Istat ha pubblicato le ultime previsioni demografiche, aggiornate al 2024, mettendo in evidenza come l’Italia si trovi in un periodo di transizione in cui l’età della popolazione ha un ruolo determinante. Tutto questo in un quadro generale di incertezza. Un ulteriore incremento della sopravvivenza, un tasso della natalità basso e delle trasformazioni in ambito familiare confermano che la struttura della popolazione sta cambiando.
In quest’ottica si prevede un auto-rafforzamento del processo di invecchiamento, nonostante il positivo apporto delle migrazioni con l’estero. La popolazione residente, che oggi si attesta a circa 59 milioni, diminuirà a 54,7 milioni entro il 2050. Si tratterà di un calo graduale, ma costante nel tempo. Nello stesso lasso di tempo si stima un aumento della quota di anziani over 65 dal 24,3% al 34,6%. Intanto la fascia 15-64 anni scende al 54,3%, dal 63,5%, e quella fino ai 14 anni dal 12,2 all’11,2%. Inoltre, una famiglia su cinque sarà composta da una coppia con figli (oggi sono tre su 10) mentre il 41,1% sarà formato da persone sole, mentre oggi la percentuale è ferma sotto i 37 punti.
Dati Istat, calo della popolazione probabile ma variabile
I dati Istat confermano la tendenza degli ultimi 10 anni: le previsioni demografiche attestano una diminuzione della popolazione residente. Si stima un ulteriore calo medio di 478 mila individui entro il 2030, con un tasso di variazione medio annuo pari al -1,2%. Nel medio termine il calo subisce un’accelerazione: da 58,5 milioni a 54,7 milioni tra il 2030 e il 2050, con un tasso di variazione medio annuo del -3,3%.
Nel lungo periodo la dinamica demografica prevista ha un impatto ancora maggiore sulla numerosità della popolazione. Tenendo in considerazione gli estremi degli intervalli di confidenza al 90%, nell’ipotesi più favorevole la popolazione potrebbe subire una perdita di “soli” 6,2 milioni tra il 2024 e il 2080, di cui 2,2 milioni già entro i prossimi 25 anni. Tutta Italia sarà interessata da un progressivo spopolamento, soprattutto nel Mezzogiorno dove si attende una diminuzione di quasi il 5%.
Si tratta comunque di previsioni incerte e fortemente variabili. Al Nord, per esempio, è possibile che si verifichi anche un percorso di leggera ma costante crescita demografica, fino a 1,1 milioni di residenti in più al 2080. Al contrario, tanto al Centro quanto al Sud, tale possibilità non è mai contemplata, nemmeno considerando le ipotesi più rosee.
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