Dazi Usa-Ue, l’intesa è fatta ma lo scontro sulle regole è appena iniziato

Dopo l’accordo politico, restano aperti i nodi su acciaio, digitale, alcolici e farmaci, con Europa e Stati Uniti divisi su come applicarlo

Dazi Usa-Ue, l’intesa è fatta ma lo scontro sulle regole è appena iniziatoLa presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, incontra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump al Trump Turnberry golf club© Photo by Andrew Harnik/Getty Images

Dopo la firma dell’intesa commerciale tra Stati Uniti e Unione europea, la fase più complicata deve ancora cominciare. Quello che i due contraenti hanno definito come “il più grande accordo commerciale mai firmato” è in realtà una cornice ancora tutta da riempire, che per ora porta con sé una sola certezza: da venerdì scatteranno dazi al 15% per gran parte delle merci europee vendute negli Usa.

Le tensioni interne all’Europa sono già emerse con forza. Gli ambasciatori dei 27 Paesi hanno espresso delusione per un’intesa che lascia irrisolti molti nodi, e ciascuno ora spinge per proteggere i propri settori strategici: la Francia vuole salvaguardare vino, liquori e cosmetici; la Germania si concentra su chimica e farmaci; Italia, Irlanda e Spagna sull’agroalimentare; il Belgio su birra e dispositivi medici.

Acciaio e digitale, i grandi ostacoli nell’accordo sui dazi

Tra le questioni più delicate restano acciaio e alluminio. Per Washington i dazi su questi metalli restano al 50%, mentre la versione europea prevede un ritorno a un sistema di quote: entro una soglia l’export pagherebbe tariffe ridotte, ma oltre quella soglia scatterebbero i dazi pieni. Anche sul digitale le posizioni sono distanti: gli Stati Uniti chiedono di eliminare tasse come la “web tax” e le barriere non doganali, mentre Bruxelles difende il proprio diritto a regolamentare lo spazio digitale e le piattaforme online.

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I dubbi sugli alcolici e sui farmaci

Altro fronte aperto è quello degli alcolici. La Francia spera che cognac, champagne e vini possano essere esentati dai nuovi dazi, ma gli Stati Uniti non hanno ancora confermato questa ipotesi. Sui farmaci, invece, la Casa Bianca ha chiarito che dal primo agosto verranno tassati al 15%, mentre Bruxelles sostiene che dovrebbero restare esenti.

Una dichiarazione senza valore giuridico

L’attuale intesa ha un peso politico, ma non giuridico. Nei prossimi mesi dovranno essere scritti i testi legislativi veri e propri, che passeranno al vaglio del Parlamento europeo. Un eventuale voto contrario potrebbe far saltare tutto. Fino ad allora l’accordo resterà molto generico, con pochi punti fermi e molti margini di interpretazione da parte americana. E proprio questa ambiguità potrebbe permettere a Donald Trump di usare la leva dei dazi come strumento di pressione nei negoziati futuri.

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