Fare carriera, possibilmente tenendo conto di un sacrosanto equilibrio fra vita professionale e privata, è un’ambizione di molti. Chiedere un aumento di stipendio non è mai semplice, ma saper riconoscere i segnali giusti, scegliere il momento opportuno e preparare argomentazioni solide può fare la differenza.
Ecco allora che conviene focalizzarsi su segnali favorevoli che permettono di aumentare le possibilità di ottenere dei risultati, tenendo conto delle esigenze di tutti gli attori in gioco: datori di lavoro, dipendenti e collaboratori.
Aumento di stipendio: i segnali che indicano il momento giusto
Prima di tutto, è utile capire se si è davvero in una fase in cui chiedere un aumento di stipendio si riveli una strategia vincente. È meglio farlo dopo aver portato in azienda dei risultati concreti e misurabili. Progetti importanti, obiettivi che impattano sull’azienda, risparmi, nuovi clienti o miglioramenti operativi. Quando le prestazioni sono evidenti e riconosciute, si hanno delle leve concrete sulle quali agire.
È un buon momento anche quando si sono assunte responsabilità aggiuntive rispetto al proprio ruolo iniziale: se il compito si è esteso, se si fa qualcosa che inizialmente non era previsto o si ricoprono mansioni che altri non sono in grado di soddisfare. Questo è un buon argomento per dimostrare che il proprio contributo è cresciuto.
Se si sono acquisite nuove competenze o certificazioni, se si è cresciuti in termini di formazione permette di chiedere un aumento di stipendio. Poter dimostrare che ora si fa più, o meglio, di prima è un segnale forte.
Se il mercato retributivo per la propria posizione è cambiato, ovvero se le retribuzioni per ruoli simili in azienda o nel settore sono aumentate, o se nuove inserzioni mostrano stipendi più alti, si ha un argomento a supporto valido e solido. Avere dati di benchmark esterni è un segnale chiaro che qualcosa può non essere equo.
È bene ottenere anche un feedback positivo recente da parte del capo o colleghi, riconoscimenti formali o informali. Questo può dare slancio alla richiesta e indicare che il proprio valore è visibile all’interno della realtà nella quale si lavoro.
Timing: quando affrontare il tema dell’aumento
Anche il quando è decisivo se si vuole chiedere un aumento di stipendio. Infatti, è meglio aspettare un minimo di tempo nel ruolo. Se si è nuovi in azienda o se si ricopre una posizione da poco tempo, è meglio non chiedere altro. Un buon riferimento è almeno sei mesi, per permettere di dimostrare valore e risultati.
È meglio farlo prima di un ciclo di pianificazione del budget o dello salary review annuale: molti datori di lavoro definiscono i budget per gli aumenti con mesi di anticipo. Chiedere poco prima che vengano decise queste cifre è strategico. Può funzionare anche dopo aver completato un progetto importante o superato una sfida significativa, che abbia portato valore all’azienda. Questo fornisce esempi concreti da portare nella discussione.
Può essere accolta una richiesta simile quando la società è in buona salute finanziaria. Meglio evitare momenti di crisi aziendale, tagli di budget, problemi economici interni. Anche se credi di meritare un aumento, se l’azienda sta attraversando difficoltà potresti ricevere un rifiuto.
È auspicabile chiedere un aumento di stipendio durante la propria valutazione delle performance, se l’azienda ha un processo formale di review. Ma meglio ancora chiedere in anticipo, non limitarsi all’incontro di valutazione se questo accade dopo la definizione dei budget.
Come preparare la richiesta: argomenti da portare a supporto
Non basta decidere il momento giusto: serve preparazione accurata. Possono tornare utili, in tal senso, dati concreti sui risultati: numeri, metriche, fatti. Servono percentuali di crescita, progetti consegnati in anticipo, efficienza migliorata, errori evitati, clienti acquisiti.
Meglio aspettare benchmark retributivi di settore: informazioni sullo stipendio medio per ruoli simili, sia nella propria area geografica che nel proprio settore. Serve soprattutto da quando si parla di stipendi trasparenti. Si possono usare Glassdoor, Payscale o dati di offerte di lavoro. Questo aiuta a contestualizzare la richiesta.
Può tornare utile presentare un elenco delle responsabilità in più: ruoli aggiuntivi, se si fa di più rispetto a quanto previsto nel contratto iniziale, se si gestiscono persone o progetti che esulano dal proprio incarico. Bisogna mostrare che il tuo ruolo è cresciuto.
È più facile ricevere una risposta affermativa se si è dato un contributo al successo aziendale: obiettivi, revenue, riduzione dei costi, miglioramento della soddisfazione del cliente, retention. In sostanza, è bene far capire che investire sul proprio ruolo è un beneficio per l’azienda.
Infine fa buona impressione presentare proposte per il futuro. Non solo quello che si è fatto, ma cosa si intende fare. Un piano chiaro su cosa si vuole realizzare nei prossimi mesi o anni, che dimostri una visione in prospettiva virtuosa.
Cosa evitare se si desidera un aumento di stipendio: errori comuni
Anche i migliori argomenti possono fallire se ci sono passi falsi. Meglio non essere impulsivi, chiedere troppo presto (prima che ci siano evidenze concrete) o troppo spesso. Non è il caso di usare toni emotivi o avere come argomento principale esigenze personali (debiti, spese). Meglio focalizzarsi su risultati/performance aziendali.
Non conviene scegliere momenti sbagliati: quando l’azienda attraversa crisi finanziarie, dopo notizie negative, o se il manager è sotto pressione. Non è bene fare confronti diretti eccessivi con colleghi (“il collega X guadagna di più”) senza dati o rispetto. Meglio usare benchmark esterni piuttosto che basarsi su voci di corridoio.
L’iter che funziona
È meglio attenersi a questa sequenza, o una simile, per chiedere un aumento di stipendio. Valutare la posizione attuale: da quanto si è nel ruolo, nuovi compiti, risultati raggiunti. Conviene raccogliere prove: metriche, feedback, progetti completati, responsabilità estese. Anche fare una ricerca di mercato serve: stipendio per ruoli simili, fascia salariale nel tuo settore/area.
Dopo sei mesi nel ruolo minimo, non prima; subito dopo un progetto significativo; poco prima che vengano decisi i budget; quando l’azienda sta andando bene si può fissare un incontro dedicato con il manager, meglio non approfittare di una riunione casuale.
Risulta vincente preparare un discorso: come si è cresciuti, cosa si è fatto, cosa si farà, perché si merita l’aumento. Bisogna essere chiari sull’importo o sulla percentuale richiesta. Infine bisogna sapere gestire la risposta: se si riceve un no, è bene chiedere cosa fare per raggiungere l’aumento e in quale arco temporale. Se invece si riceve un sì, bisogna assicurarsi che tutto sia documentato.
Qualora si ottenesse l’aumento, è ovvio ringraziare, continuare a performare, documentare la nuova retribuzione e mantenere alta la qualità del lavoro. In caso di risposta negativa, non ci si deve scoraggiare, ma chiedere feedback concreti su cosa migliorare. Si può richiedere anche un piano d’azione con obiettivi specifici e una tempistica per riprovarci. Si possono considerare anche delle alternative come bonus, benefici, formazione, ferie extra, flessibilità, cambi di ruolo.
Chiedere un aumento è un’arte che richiede tempismo, preparazione e la capacità di dimostrare valore concreto. Riconoscere i segnali giusti, capire quando il momento è adatto e presentare argomenti solidi può trasformare una conversazione potenzialmente imbarazzante in un successo professionale.
© Riproduzione riservata