Come registrare una partita IVA: tutto quello che devi sapere

Come registrare una partita IVA: tutto quello che devi sapere© Shutterstock

Aprire una partita Iva è un passaggio fondamentale per chi vuole iniziare un’attività autonoma in Italia. Che si sia liberi professionisti, artigiani o commercianti, per lavorare legalmente e in modo continuativo è necessario avere una posizione fiscale attiva. Ma come si fa? Quali documenti servono? E quali sono gli obblighi normativi?

Prima di tutto è bene fare un distinzione fra regime forfettario e ordinario, capendo quali sono i requisiti per aprirne una o l’altra. Fondamentale è scegliere il codice Ateco più adatto alla propria attività lavorativa e, se si è alla prima esperienza, farsi seguire da un commercialista esperto in materia.

Che cos’è la partita Iva e perché si deve aprire

La partita IVA – dove IVA è l’acronimo che sta per Imposta sul Valore Aggiunto – altro non è che un codice numerico di 11 cifre che identifica fiscalmente una persona o azienda che esercita un’attività economica in modo abituale. È obbligatoria per chi svolge prestazioni professionali continuative; vende beni o servizi in modo sistematico oppure supera i cinquemila euro all’anno con le prestazioni occasionali.

Si tratta di uno strumento attraverso il quale si possono emettere fatture, scaricare costi e gestire in modo trasparente le tue entrate. Può aprirla chiunque abbia intenzione di lavorare in autonomia. Non è solo per i liberi professionisti, ma anche per gli artigiani e i commercianti, per coloro che mettono in piedi un e-commerce, ma anche per gli artisti e persino per i lavoratori agricoli. Non è necessario essere laureati o possedere un determinato titolo di studi, a meno che non sia il lavoro prescelto a prevederlo. Un esempio sono un architetto o un medico che svolgono la libera professione.

Come si apre la partita Iva

Ci sono diverse modalità per aprire la partita Iva. Chi esercita in forma individuale, come persona fisica, deve compilare il modello AA9/12. Questo modulo serve per dichiarare l’inizio attività all’Agenzia delle Entrate. Lo si può presentare per via telematica attraverso Fisconline o Entratel, facendo il login con lo SPID la Carta d’Identità Elettronica o la Carta Nazionale dei Servizi. Inoltre ci si può recare in qualsiasi ufficio fisico dell’Agenzia delle Entrate oppure chiedere supporto a un commercialista o a un CAF.

Bisogna presentare i propri dati anagrafici, il codice Ateco corrispondente all’attività che si vuole portare avanti, stabilire a quale regime fiscale iscriversi e dichiarare l’inizio ufficiale della professione. Il codice cambia a seconda che si sia consulente di marketing o giornalista, grafico o content creator e ogni tipologia di partita IVA ha degli obblighi contributivi e di iscrizione alla cassa previdenziale di appartenenza. L’Inail e l’Inps sono fra le più famose, ma c’è anche l’Inpgi per esempio. Trovare la propria non è difficile.

Differenza fra regime forfettario e ordinario

Il regime forfettario è per coloro che non superano gli 85 mila euro di ricavi e prevede una tassazione agevolata, al 5%, per i primi cinque anni. Poi si passa al 15%. In questo caso non si paga l’Iva e non c’è nemmeno la ritenuta d’acconto. Gli obblighi contabili sono minimi e i contributi da versare sul reddito sono calcolati in base a un coefficiente di redditività.

Il regime ordinario prevede un’Irpef progressiva su scaglioni di reddito; il pagamento dell’Iva, delle ritenute. Inoltre è obbligatorio tenere dei registri contabili. C’è la possibilità di dedurre i costi reali e portare l’Iva a credito. Si tratta di un’opzione per chi ha costi elevati o ricavi superiori agli 85 mila euro.

I professionisti senza albo devono iscriversi alla Gestione Separata dell’Inps e non hanno l’obbligo di versare alcun contributo fisso minimo. Gli artigiani e i commercianti, invece, devono fare riferimento alla gestione Inps specifica che prevede dei contributi fissi annuali pari a circa 4.800 euro, fino a 17.504 € di reddito. Oltre questa soglia, si aggiunge il 24% circa sul reddito eccedente. L’iscrizione all’Inail è obbligatoria per chi svolge attività rischiose per il fisico. Per questa ragione, serve un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

Quanto costa aprire una partita Iva

Questa operazione non ha costi diretti presso l’Agenzia delle Entrate, ma bisogna considerare quelli collaterali. Un commercialista, per esempio, in media, prende dai 300 ai mille euro all’anno. Per le attività di impresa è necessario iscriversi alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (Cciaa). L’appartenenza a Inps o Inail dipende dal tipo di attività professionale,

La partita Iva viene rilasciata immediatamente dopo la presentazione del modello AA9/12. Per Inps e Inail, i tempi variano da pochi giorni a due settimane. È importante registrare l’inizio delle attività entro 30 giorni dalla data effettiva.

Quali sono gli obblighi fiscali e contabili

Per chi aderisce al regime forfettario è obbligatorio emettere fattura (elettronica per chi supera i 25 mila euro annui) specificando la dicitura “operazione in regime forfettario, ex art. 1, commi 54-89 L. 190/2014”. Inoltre è previsto il pagamento dell’imposta sostitutiva annuale (acconto e saldo) e l’iscrizione e il versamento dei contributi all’Inps. Non sono previsti invece Iva, registri Iva o spesometro;

Chi opta per il regime ordinario, si deve fatturare con IVA, di cui sono previsti la liquidazione e il versamento. Si deve fare la dichiarazione dei redditi con l’Irpef, è necessario tenere i registri contabili e pagare degli F24 periodici.

Cosa succede se non si apre la partita Iva

Se si svolge un’attività continuativa senza partita Iva si è perseguibili per evasione fiscale. Le multe possono superare anche i 5 mila euro, senza contare l’obbligo del pagamento delle imposte arretrate, degli interessi e dei contributi non versati.

Per evitare di commettere errori che possono costare caro, è consigliabile affidarsi a un commercialista, soprattutto nella fase iniziale, per la scelta del regime e le iscrizioni all’Inps. È consigliabile conservare ogni documento, anche se non hanno imposizioni contabili formali, e stabilire con cura il codice ATECO: si tratta di un dettaglio importante perché influisce sulle aliquote, i contributi e le agevolazioni fiscali eventuali.

Se si vuole rimanere nel regime forfettario, è fondamentale monitorare i ricavi e intervenire nel caso si dovesse superare il tetto massimo. Poi, se si cambia attività, è importante non dimenticare di aggiornare la posizione all’Agenzia delle Entrate.

In definitiva, registrare una partita Iva in Italia è un procedimento tutto sommato semplice, ma che comporta scelte fiscali e previdenziali non di poco conto e con ripercussioni a medio e lungo termine. Serve consapevolezza, pianificazione e una gestione attenta. Con le giuste informazioni, e l’aiuto di un professionista se necessario, tutto andrà per il verso giusto e sarà possibile rendersi indipendenti realizzando i propri sogni.

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