Alitalia, a rischio 1.990 posti senza proroga della cassa

La cassa integrazione scade il 31 ottobre. I sindacati chiedono al governo una proroga per evitare il taglio. Il 9 settembre il tavolo decisivo.

Alitalia, a rischio 1.990 posti senza proroga della cassa© Shutterstock

La minaccia del licenziamento collettivo torna a pesare sui lavoratori e le lavoratrici di Alitalia e della sua ex controllata regionale Alitalia CityLiner. Secondo quanto riportato oggi sul quotidiano la Repubblica, sono 1.990 le persone ancora oggi in cassa integrazione, ma la copertura sta per scadere. Senza un intervento del governo, dal primo novembre scatterà il licenziamento.

A rendere ufficiale la procedura è la convocazione inviata dal ministero del Lavoro ai sindacati, con oggetto: “Convocazione per l’espletamento della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo”. Il tavolo è fissato per martedì 9 settembre alle ore 11. È lì che si giocherà una partita decisiva per il futuro di quasi duemila persone.

Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, ha spiegato come si stia lavorando caso per caso per verificare la posizione previdenziale di ogni lavoratore. Per una parte dei dipendenti, quelli più vicini alla pensione, potrebbe attivarsi un paracadute sociale fatto di Naspi (l’indennità mensile di disoccupazione) e Fondo di solidarietà del settore aereo. Questo combinato, seppur con sacrifici, permetterebbe loro di arrivare alla pensione senza rimanere scoperti.

La vera emergenza riguarda il personale più giovane, che non ha alle spalle una carriera abbastanza lunga da garantirsi una pensione in tempi brevi. È per questa platea che i sindacati puntano tutto su una proroga di almeno due mesi della cassa, coprendo novembre e dicembre. Una misura tampone che consentirebbe al governo di gestire il problema nella legge di Bilancio di fine anno, prevedendo fondi specifici anche per il 2026.

Ita Airways osservata speciale: ma niente assunzioni nel 2025

Sul fronte delle possibilità di reintegro, gli occhi sono puntati su Ita Airways, la compagnia nata dalle ceneri di Alitalia e oggi partecipata da Lufthansa al 41%. I sindacati non hanno mai smesso di chiedere che la nuova compagnia attinga dal bacino degli ex dipendenti, ma le speranze si infrangono, almeno per ora, contro il nuovo Piano industriale approvato dal cda di Ita il 30 luglio.

Nel documento si legge che non sono previste assunzioni nel 2025, anche se viene lasciato uno spiraglio per l’anno successivo. Per il 2026, infatti, è indicata la possibilità di “implementare un programma di crescita del personale, strettamente connesso all’evoluzione della flotta e del network della compagnia”.

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