Rilancio Mps, Mediobanca resta contraria all’Opas

Il board di Mediobanca boccia nuovamente l’Opas di Siena, nonostante il ritocco al rialzo e il superamento della soglia minima del 35%

Mps rilancia, ma il Cda di Mediobanca dice noUna foto di Piazzetta Cuccia, ingresso della sede di Mediobanca a Milano

Nonostante i nuovi sforzi messi in campo da Monte dei Paschi di Siena (Mps), il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha ribadito il proprio no all’Opas lanciata da Siena. Anche l’aumento dell’offerta, con un’integrazione in contanti di 0,90 euro per azione che porta il corrispettivo complessivo a 2,681 euro, non è riuscito a modificare il giudizio negativo del board.

Una decisione già nell’aria. Secondo i consiglieri di Piazzetta Cuccia, il valore dell’operazione resta inferiore al valore intrinseco di 3,71 euro calcolato dagli advisor Centerview, Equita e Goldman Sachs, e continua a non offrire adeguata remunerazione agli azionisti di Mediobanca, lasciando loro la maggior parte dei rischi legati al raggiungimento degli obiettivi strategici.

Mediobanca: “Offerta priva di razionale industriale”

Nella nota diffusa, Mediobanca parla apertamente di un’operazione “priva di razionale industriale e di convenienza“, sottolineando anche i rischi di dissinergie e distruzione di valore. Un giudizio confermato anche alla luce dei nuovi dati economico-patrimoniali previsionali al 2028 e del piano strategico presentato da Siena.

Secondo quanto riportato dai quotidiani di oggi, il voto del Cda ha visto una spaccatura: Sandro Panizza ha espresso voto contrario, mentre Sabrina Pucci si è astenuta. Entrambi sono espressione della lista Delfin, che figura tra i soci di riferimento sia di Mediobanca sia di Mps.

Il mercato reagisce male

Anche i mercati sembrano condividere lo scetticismo. Dalla data del rilancio, il titolo Mps ha perso il 7,9% e Mediobanca il 7,3%, contro un calo dell’1,3% dell’indice bancario italiano. Nella giornata di ieri, le due azioni hanno chiuso ancora in calo: -2,3% per Mps e -1,9% per Mediobanca, riducendo il premio implicito dell’offerta allo 0,4%.

Intanto l’agenzia Fitch ha messo sotto osservazione il rating di Mediobanca con implicazioni negative, segnalando i rischi legati all’eventuale integrazione con un istituto più debole come Siena e alla bocciatura dell’operazione su Banca Generali, ormai naufragata.

Adesioni al 40,4%, ma si punta al 51%

Al momento, le adesioni all’Opas hanno raggiunto il 40,4%, superando la soglia minima del 35% necessaria per renderla efficace, ma restando ancora sotto il target dichiarato del 51%. Il periodo di offerta si chiuderà l’8 settembre, ma è prevista una finestra di riapertura tra il 16 e il 22 settembre, durante la quale si attendono mosse dagli investitori istituzionali, che rappresentano circa il 35-40% del capitale di Mediobanca.

Secondo molti osservatori, questi soggetti potrebbero aspettare fino all’ultimo per verificare se Mps riuscirà a ottenere la maggioranza. Restare azionisti di minoranza in una Mediobanca controllata da Siena, infatti, potrebbe risultare poco attraente.

Se non verrà raggiunta la soglia del 51%, Mps potrà comunque proseguire con acquisti sul mercato fino al 5% all’anno, oppure senza limiti in caso di superamento del 50%. Nei primi sei mesi, però, resterà il vincolo di non pagare più di 16,33 euro per azione, valore calcolato tenendo conto del dividendo già staccato.

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